20.20 
    A fari accesi guidi 
    confuso, 
    fra sagome indistinte 
    e luci boriose, 
    sulla scia dei 
    tuoi pensieri 
    e ti senti fuori luogo, 
    rapito,  
    fumato, come una  
    sigaretta, 
    da fredde dita, 
    un fiume in piena 
    che ha fretta e 
    che non puoi 
    arginare. 
    Il tempo. 
    Senti solamente silenzi 
    e ti stupisce 
    quanto sembri  
    identico a te 
    il senzatetto al 
    bordo della strada 
    che superi a luce verde. 
    Esprimi un desiderio. 
    Torni indietro. 
     
    “Vuoi diventare mio amico?”.Sassi 
    Ho raccolto il tuo  
    sassolino, 
    pezzo di Edimburgo, 
    e ci ho visto 
    storie diverse; 
    mi sono domandato 
    e voglio sapere da te, 
    in quelle coste del 
    mondo, 
    gli uomini hanno il tempo 
    per passeggiare o 
    continuano a  
    correre? 
    Per chi suona la campana - R.J. 
Gomiti appoggiati su aghi 
di pino, fuma una sigaretta, 
arrotolata nel tempo rubato 
alla morte, aspettando. 
La vita è una lunga sala 
d’attesa. La guerra lo è  
di più : rapisce, in 
giorni di sole, al sorriso 
della propria bella, 
tra calendule ti fa  
vigliacco, e 
colline nemiche, mentre 
la mente, illesa, 
viaggia tra imprese 
di antenati. 
Cos’è la vita, anni di 
passaggio, al cospetto 
di tre giorni e tre 
notti di veri respiri? 
In un baleno 
torna sulla collina,  
rivive un salto. 
Poi cede, placato,  
come le vergini 
dinnanzi al Minotauro. 
Sorride; forse ha 
già 
sentito la sua 
campana. 
    Perchè? 
Non rimanete nelle vostre 
case in questi sabati di 
ottobre, non state 
fra le quattro mura 
a preparare i vostri 
fine settimana; 
uggiosi i pomeriggi 
in città. 
Prendete, andate, accorrete, 
partecipate alla pace 
comune, 
quattro posti ora 
sono liberi 
nei deserti, 
dove a sibillare 
sono le sole 
armi. 
Non restate a morire 
passivi; 
qual è il vostro dovere? 
 
A gioire sono sempre pochi. 
    Finto genio 
    E venderò 
    l'immaginazione,  
    che ha posto limiti 
    al mio vagare 
    per mancanza di 
    comprensione 
    del cielo verso il quale 
    spiega le ali 
    il folle, 
    reietto, 
    mera spazzatura  
    agli occhi dei finti saggi. 
    E, ricevuto 
    autocompiacimento, 
    ne cercherò le tracce, 
    seguitando ad 
    avanzare, 
    provato  
    da quell'istinto 
    vitale 
    che nulla sa 
    e tutto muove. 
    La troverò al punto 
    di non-ritorno; 
    ed una spe e 
    l'altra metu tenendo, 
    porterò le mie mani 
    ad un cuore 
    non più tacito, 
    ma vivo di una  
    febbrile forza. 
     
    A volte la mancanza fa di noi eroi. 
    Il bar della vita 
    Cercavo il vecchio 
    bohèmien 
    che mi doveva  
    delle risposte. 
    Non lo trovai. 
    E allora pensai all'uomo  
    folle 
    che ne aveva annunciata 
    la morte. 
    Incertezze. Tormenti. Illusioni. 
    Speranze che, di vita, spesso 
    diventano presagio di 
    morte, 
    interiore. 
    Svoltai in un piccolo vicolo 
    buio 
    ed entrai in un bar. 
    In mezzo a tutta quella frenesìa 
    ordinai una 
    mezza  
    verità e sangrìa. 
    Dramma 
    "Aspetta, non passare, aspetta..." 
    Il motore avanza. 
    "Ferma l'inconscio passo assassino..." 
    Le ruote scorrono, 
    brontola il motore 
    immerso nel traffico; 
    trema l'asfalto 
    sfregiato nel mentre 
    due vite si legano 
    nella sventura: 
    un fulmine a ciel sereno... 
    in un momento  
    regola i fili a  
    disporre una 
    tragedia, burocrate 
    di uomini, ombre 
    al trapasso, lì, 
    su un asfalto caldo 
    che non conosce tratti umani. 
    Non so scrivere 
    parola che incolli 
    al candido foglio 
    il tremolìo di un 
    cuore. 
    Aria 
Un peso  
insopportabile,  
soffocante,  
quest'aria di libertà  
insensata,  
nichilismo e polvere  
in tasca;  
una crepa sul labbro  
impedisce alle parole  
di fuoriuscire,  
aspre, perché vuote  
e disperate.  
E intanto una lacrima  
mi solca il viso,  
lasciando segni indelebili.  
È il disincanto, gente!  |