Uno sguardo intenso 
                    Struggente, accorato 
                    silenzio in quel guizzo 
                    di dedizione. 
                    Paura di essere lasciato 
                    eppure pieno di desiderio 
                    di carezze... 
                    Forse solo di presenze. 
                    Timore non confessato 
                    di un abbandono 
                    a cui e' gia' rassegnato 
                    pronto comunque a donare 
                    protezione, compagnia, 
                    guardia fedele 
                    nell'assoluta mancanza  
                    di certezza 
                    di essere voluto. 
                    Forse mai? 
                    In attesa sempre  
                    di carezze 
                    di mani che 
                    non si posano 
                    come dovrebbero 
                    a sfiorare 
                    quel muso 
                    umido d'amore.   
                          
                            
                     
   
                    Si chiamava Mistero 
         Lo salvai al macello una sera 
         la paura negli occhi lucenti 
         il mantello grondante sudore 
         il nitrito fremente 
         al rumore  
         di passi temuti 
          
         Era nato per esser campione 
         ha vinto la sua ultima gara 
         e poi cieco 
         ha incrociato le zampe. 
          
         Lui era "Mistero" 
         ma io che lo amavo 
         lo vedo ancora spiccare 
         un bel volo 
         nelle verdi vallate lontane   
                     
                    Una valigia piena di sogni 
         La mia era  
         di pelle scura: 
         una cartella. 
          
         Cambiai città 
         improvvisamente. 
          
         Gravi motivi… 
         la famiglia 
         a fuggire… 
          
         Otto anni, forse nove, 
         strana bimba innamorata 
         dei libri e del dovere. 
          
         Solo quelli con lei sempre… 
          
         La giovinezza non è solo sole, 
         può essere grigia, 
         opaca seppur densa di pensieri. 
          
         Troppi futuri confusi 
         nell'ansia d'essere Donna 
         amata,femmina… 
          
         Leggera sulle ali 
         di uccelli del Paradiso, 
         abbracciata agli oggetti... 
          
         strumenti per raccontare 
         storie dolorose, 
         eventi importanti. 
          
         Troppi errori,traguardi 
         ricamati da ragnatele 
         d'attese brucianti, 
          
         doverose sconfitte… 
          
         Il Sole della vittoria 
         lo sto ancora aspettando 
         fuori da quella borsa 
          
         straripante affanni   
                     
               
                    
   
         La venditrice di sigarette 
         Ad ogni angolo di strada 
         la venditrice di sigarette... 
          
         Dolore inchiodato 
         un sorriso da clown stanco. 
          
         L'amore a comprimere 
         il mio seno, 
         i sensi contratti 
         a scaldare un corpo adorato, 
         consunto,asciugato. 
          
         La Sua mano protesa 
         a cercarmi comunque   
          
    Ballata triste  La malinconia traspare dalle parole...
   Ricordo un albero vecchio,  le foglie cadute...
   Ma come fa il vento traditore  a spegnere il rancore?
   E poi il vuoto, l'abbandono...
   Ci sono ciechi, muti, sordi  che non hanno passato  né presente, né futuro.
   Dimenticano il passato,  temono il futuro,  ma nel presente  non sanno sognare.
   Urlare il silenzio  appare un non-senso  non fa rumore.
   Il sogno tra le dita  vorresti trattenerlo...  già dirlo vuol dire  sperare...
   C'è chi vive e non esiste.
   Terribile non avere ricordi...  la malinconia viene  da un mondo smemorato  rassegnato, indifferente.
   Avrei amato di più  la ballata del coraggio  e della speranza. 
    Principe del mio reame  La tua figura  di guerriero del bisturi  vaga enorme  nelle mie fantasie...
   Indomita principessa  avvolta da lacci  di parole stregate,  disperata vorrei  dalla gola strapparle...
   Le tre streghe  del palazzo incantato  m'hanno dato l'unguento  che le farà scivolare  se sarai al mio cospetto...
   Tu dolce musico  le vedrai rotolare  a terra sconfitte,  non più biglie d'oro,  ma ranocchie deluse  di non aver catturato  la magia degli occhi  e delle labbra tue. 
    Bagliori viola intrisi di fuoco  Due lembi di cielo  sfumano...  come occhi sgranati.
   Folli armate,  corpi d'acciaio,  armi furenti  a bucare respiri.
   Nessuna ragione  per distruggere...
   Assurde sfide  di muscoli lucidi  fan rotolare  impazzita  la vita...
   Acerbe carezze  miraggio unico  per lenire  dolori di morte. 
    Farfalle inchiodate da giochi parole  Non è facile "schiodarsi"  e creare il personaggio.
   Il burattino è pronto  per essere sbranato  da figure silenziose...
   Sorridono...  ma lasciano  tracce dolorose...
   Sono i maestri  di giochi di parole,  farfalle colorate  cambiate di posto  per intrighi di mestiere..
   agili pantere  amano tradire  le parole  che gli eletti  carezzano  per scriver poesie. 
    La megera dalla gonna a fiori  Ci muoviamo  in mille direzioni.
   Cerchiamo... speriamo...
   troviamo avidità,  inedia,  raggelante indifferenza...
   Si salva chi è curioso  saldo sugli arti inferiori.
   Quelli superiori  li usa per agguantare...  qualche volta  per un gesto cortese.
   Pochi conoscono il sorriso...  dovrebbe bucare  le tenebre fitte  che a tratti  si squarciano...
   forse ingannevoli,  si affannano a celare  l'ultima implacabile  immagine tragica  di un megera  dalla gonna a fiori. 
    Uno strano sorriso  Voglio il Tuo Sorriso  prima che sia buio.
   Voglio una goccia  del tuo profumo  per i miei momenti difficili.
   La tua bocca è morbida  come le onde dei ricordi.  I tuoi occhi illuminano  ancora i miei rimpianti.
   Rinnegherò me stessa  per un tuo sorriso  urlando la mia solitudine. 
    Frigidità apparente  Nascosta da un volto pallido.  Due buchi neri gli occhi.  In posa d'abbandono  il capo di una donna.
   Ammira gelida una reliquia,  sfiora col pensiero,  sospira con la mente  attributi virili  scolpiti nel bronzo...
   E' rimasto attaccato  alla pelle uno struggente  fantasma...
   Né vento, né mare  potranno sciogliere  la privazione...
   Ha invaso il mio sentire  ed io dimentico me stessa  con la voglia  di diventare onda  per trascinarti  nei fondali marini  ove sognare  liquidi amniotici  di reminiscenze natali. 
    Un attimo di grazia  Stride la tecnologia  in un angolo  di Paradiso.
   Striature di luci  nel calore di giorni  senza tempo...
   macchie,  esplosioni  di fiori arditi...
   Cieli inesistenti,  sopraffatti  da cespugli di verde  riflessi in un cristallo,  annientano le forme  volute da Dio.
   Sessualità pura,  splendidi,  bronzei corpi  in naturali posture  di slancio ed attesa...
   lucidi riflessi elettrici  attendono ansiosi  "l'attimo di grazia"  per cogliere l'immagine  e gratificare la luce. 
    Una canzone stonata dipinta di blu:  Adolescente guardavo la luce.  Divoravo purezza.  Mai laceravo il manto di seta.
   Avevo deposto l'Amore  in una scatola  di carta di riso.
   Lacrime di desiderio  bagnavano la pelle...  i respiri intrisi di sale.
   Proteggevo  "la verginità"  nei giardini  del Piacere.  I gesti d'approccio  di un candido cigno  ma...  I draghi del sesso  ansimanti,  rincorrono sempre  una canzone stonata...
   Note false bruciano  dita che toccano adunche  una tastiera infinita. 
    Panismo totale  Animali  uomini  nella Natura...
   La rana mostra  due labbra  turgide  aperte...  petali carnosi  di rosa canina.
   Un lavoratore negro  felice del riposo.
   I suoi pensieri  sono petali azzurri  sfumati  di bianco...
   Nello sfondo  una verde  immensità. 
    Ossessione donna  Affondano nelle umide  valli silenti impronte  di donne incompiute...
   occhi di una fissità  diffidente...
   involucri di colibrì,  bronzee rotondità  trasudano aneliti  ansiosi...
   semi-volti  in sfrontata  immobile attesa.
   Nei prati fitti  di florescenze timide,  effluvi inebrianti  si aspettano  carezze audaci. 
    Guardi i resti abbandonati e...  ti accorgi che tutto finisce...
   Su fresca tovaglia  scintillano oggetti  e i fiori son fuochi  d'artificio.
   Incontri  davanti ai sorrisi...
   Poi... finisce la festa  e ogni cosa si piega.
   Nel silenzio  mosse nervose  per pulire  la Vita. 
    Nel vento caldo del web  Ho sentito il cristallo  dell'aria ferire la mia pelle  a rammentar  i miei errori.
   Ho sentito soffiare sulle foglie  del tuo salice  coperto di sale.
   Il cielo oscurato,  invidioso del Sole  celato nel tuo cuore,  geloso del mare  che con fragore di guerra  divora l'arena...
   Non sorrido... amore...  mille vetrine appannate,  allucinati miraggi  in sensual altalena  mi fanno sognare,  urlare... di rabbia. 
    Lacrime di pietra  Archi psichedelici,  frontali appesi all'aria  per accedere al  blu-cobalto  della notte.
   In fondo una casa di vetro  fragile come i poeti...
   l'abbandonano e vagano  disperati...
   lacrime di pietra  diventano ricordi  per ogni immagine perduta.
   Non vogliono rifugio,  continuano a sfondare porte  conoscendo gli infiniti  tormenti d' una nota stonata. 
    Idra o chimera?  Dal primo incontro  è scivolato un niente...
   le tue parole si sono aperte  come albicocche croccanti...
   una perla ne è uscita.  Conteneva  un siero d'argento  donandomi...
   capacità di ascoltare,  di raccogliere  liquidi di sensazioni...
   immagini improvvise,  gemme del tuo estro  di mago selvaggio,  possibilità di far nascer  le cose di cui mi nutro...
   ansiosa di prosciugare  i sensi di chi sa  palesarli.
   Divento Idra,  Chimera.  Sconvolgo  il mondo  delle creature  di cui son colmi  i sogni miei  assolutamente folli. 
    Un' ampolla d'oro  Nei silenzi non gonfi  di promesse ma,  vuoti di attese  che illanguidiscono...
   si costruiscono  sogni di follie marine  nel gelido argenteo  riflesso lunare...
   ombre giganti  dalla riva si allungano  verso la linea disperata  dell' Infinito...
   d'inverno è cristallo  di ghiaccio venato  di rosa...
   come fune tagliente  sbarra il passo  alle proibite manie  di possesso  del mio Infinito  ove offrirò  il mio profumo  in un ampolla d'oro.  |