"Fellini 8 1/2"
Si lo sai vecchio "Snaporaz"
che i tuoi son solo sogni
e balzano i ricordi,
dei tuoi amori,
degli affetti cari.
Come nel Circo
sei domatore
di donne che per te
sono in amore;
passate e presenti,
ancora vive o assenti,
e quella tua malinconia,
quel tuo "non saprò",
o "non lo so"
fan parte di me.
E quel maledetto film
che mai girerai,
t'ossessiona la mente e ti porta guai
ed intanto vivi
tra guitti e saltimbanchi,
primedonne e produttori,
tra intellettuali ed attori.
La tua doveva essere
opera sontuosa,
priva di retorica,
piena di poetica.
Ma forse era troppo
anche per te vecchio "Snaporaz"
e per me, tuo alterego.
Rinunciare a tutto
era forse la scelta migliore.
Così ti trovi a cantar e ballar
in mezzo ai tuoi personaggi,
veri e immaginari;
per un'opera non finita
c'è n'è sempre una cominciata.
"....e questo sono io"
....e questo sono io,
non certo un Dio.
Pieno di contraddizioni,
colmo di emozioni.
E questo sono io,
uomo perso nell'oblio,
perduto e poi rinato,
dall'amore abbandonato.
E questo sono io
come un fiore, come un addio,
come un uccello nel suo volo,
come un pagliaccio solo.
E questo sono io
innocente e falso io,
come rugiada sopra a un prato,
sognatore disperato.
E questo sono io
Colomba ferita anch'io,
come Sole tramontato,
come un bimbo mai nato.
E questo sono io.
....e questo sono io.
"Raffigurazioni di Vincent"
Raffigurazioni di Vincent
per un mondo che non c'è,
pitture e colori distanti
che colpisono le menti.
Colpi forti di pennello
che descrivono il paesaggio
che diviene come miraggio,
e urla di schizofrenia
mentre la vita volava via.
Raffigurazioni di Vincent
ritratti e mille perchè,
volti segnati dalla vita
crudele e non capita,
visi estatici e stanchi
e morti paesaggi
e mille, mille colori
per dimenticare il dolore.
Campi di Girasole
e persone sole.
Raffigurazioni di Vincent
per l'amico Gauguin;
Corvi volanti
su cieli cadenti
e rossi, gialli e blu
ispirazioni da lassù.
I fiori e le vuote sedie
per capire le tue tedie.
Lupi latranti nel passato
e l'orecchio mozzato.
Raffigurazioni di Vincent
e la vita ormai dov'è?
In un rotolo di luce
nelle notti stellate?
O negli occhi disperati
di amanti andate.
Ora e per sempre resterà
un pittore per l'aldilà,
pover'uomo smarrito
che s'è tradito.
Ma sono solo raffigurazioni di Vincent,
raffigurazioni di Vincent......
"Ho visto nei tuoi occhi…."
Ho visto nei tuoi occhi
un'ombra di malinconia,
un velato e vivo
dolore che non va via.
Ho visto nei tuoi occhi
la tristezza della sera,
una lacrima trattenuta
e un sorriso che non c'era.
Ho visto nei tuoi occhi
che il mondo moriva
e in un attimo fugace,
che la gioia svaniva.
Ho visto nei tuoi occhi
però anche la bellezza
che non sfiorisce
e l'anelito di una carezza.
La dolcezza
che sempre ti accompagna,
come una Dama
che nella tua anima regna.
E' si,
ho visto nei tuoi occhi,
o forse
ho intravisto un po' dell'anima
dolente e ferita
ma mai arresa.
Ho visto nei tuoi occhi….
e ho pensato,
"Sii felice, sorella mia!"
E ho sperato,
"Sii felice sorella mia!"
27/12/2014
"Nuvole"
Compaiono, a volte,
nel cielo terso.
S'ammucchiano d'improvviso
in un momento.
E vanno e vengono.
Tenere come zucchero filato,
cupe come uomo irato.
Si rincorrono felici
colme d'acqua,
scandiscono il tempo
e mutano l'aria.
E vanno e vengono.
Creano figure ed immagini
care ai poeti,
nascono dall'acqua
e da mille segreti.
Giganti ed imponenti
oppure minute e pazienti.
Coprono lo spacco
dei tuoni,
e brontolano
creando suoni.
E vanno e vengono.
Girano sopra
le nostre teste
e sorvolano
monti e foreste.
Quando piangono
bisogna ripararsi
e quando leggere volano
è bello guardarle.
Bianche o grigie esistono
e creano per noi
un' universo di passioni.
E vanno e vengono....
....e vanno e vengono.
"Il Mare"
Carezzano la riva le onde
in un blu che tutto confonde.
Come Topazio brilla il mare d'argento
e le dune lambite dal vento.
Perle di luce sopra al mare in bonaccia
illuminano forte la mia faccia.
L'uomo sul pontile ora pesca
ed un verme rosso come esca;
e guizzano pesci azzurri dalle acque,
sulla spiaggia un amore che nacque.
Il cielo ora terso e turchino
si confonde con il mare come un bambino.
Nell'immenso dell'azzurro solitario
ora osservo questo mondo al contrario.
La mia anima ferita ma leggera
vola in quest'aria così pura.
Questa sabbia così morbida e fine
affonda leggera sotto i passi verso il confine.
Come vergine da sola se ne stà
la scogliera che nel Sole svetterà
ed i granchi così esili e minuti
la risalgono lentamente e son muti.
Così l'albero della nave fenderà
i bagliori di questo giorno di verità.
E l'immenso odor di iodio e del sale
si schiude in queste spiagge solitarie.
Questi suoni così umili e potenti
sono sassi che colpiscono le menti.
I miei occhi sono assorti nel guardare
questo blu, questo cielo e questo mare.
"Anni Giovanili"
Persi nel tempo,
son lontani gli anni giovanili.
In cui ognuno cercava se stesso
fra emozioni, sorrisi e sesso.
Fra balbuzie interiori
ed i primi amori.
Si sognava un mondo migliore,
cercando di vincere il dolore.
Adolescenza mai rinnegata,
con una nuova speranza nata.
E divorare libri e canzoni,
ideali e rivoluzioni.
E pianger per un fallito amore,
sconfigger la noia e il pudore.
Scoprire la vera amicizia
nei giorni di grande letizia.
Ricordo stagioni di Sole,
palpitanti come il cuore.
Ed inneggiar a degli stanchi miti
che ora sembran lontani e svaniti.
Eravamo tutti più vicini
declamando Guccini.
Mai sazi di nuvole e cielo
credevamo nel nostro pensiero.
Fummo insieme per cercare una via,
la nostra passione, la vita e l'utopia.
Poi piano piano ci siamo divisi,
ognuno nel mondo coi nostri sorrisi.
Fu breve il tempo
che ci accolse in un momento.
Poi come il fumo
svaniron quegli anni
e ritorno a ricordare
un passato da amare.
"Il pittore"
Il pittore
lancia lo sguardo
verso la tela
e si gira e guarda ora
verso l'angolo delle mura.
Il pittore
non sa cosa vuole
e pensieri arcani
gli devastano la mente
e corre con la fantasia
ben oltre la tela.
Il pittore
s'inginocchia e supino
s'arrende al blu;
col pennello lo trasporta
dal legno alla carta.
Il pittore
ora finge
e la sua volontà
non crede più
agli alti spiriti dell'arte,
mangia avida l'inerzia
dell'uomo meschino.
Il pittore
su di un trespolo seduto,
assorto fissa le porte-finestre.
Finita è la sua opera,
la sua anima è vuota
ma colma di rabbia.
Il pittore
e sulla tela
il suo schizzo blu;
sopra al pavimento
c'è il dipinto delle sue paure,
poggiata per terra,
c'è la condanna dei suoi pensieri.
"Assurda società"
In quest'assurda società
si vive un'arida realtà.
Io non capisco più cos'è
che manca dentro me,
che manca dentro noi
che viviamo come buoi.
E' una povera realtà
che non vuole verità,
solo effimeri piaceri
e moltitudine di doveri.
E' una pazza società
che porta alla viltà.
Esistenza senza senso
in un Mare di cemento,
esistenza pilotata
da democrazia mancata.
Ritmi di vita assurdi e impazziti
veloci a masticare miti.
Senza più riferimenti
è consumismo da dementi!
E' una sola dittatura
che porta tanta paura,
che porta sgomento e depressione,
le favole son finite in un cestone.
Troppa materialità
e poca spiritualità.
Uomo fatto in serie
in un cumulo di miserie,
è il vuoto che cammina
e ci ha travolto fino in cima,
una strana società
che non sò se sopravviverà.
"Gli uccelli"
Dove vanno nessuno lo sà,
fuggono in stormi,
sorvolano monti
e solo la morte li fermerà.
S'elevano in volo
al mutar di stagioni,
sono a milioni
e vibrano in cielo.
Migran lontani
in Autunno e in Inverno,
sembran fuggire oltre l'eterno
o verso il domani.
Vorremmo toccarli
ma volano via,
traversano i cieli lasciando una scia
e noi soli a guardarli.
Irraggiungibili e lontani,
spiegan le ali
leggeri e solitari
son liberi Gabbiani.
Son l'anima dell'uomo
che anela l'infinito,
che aspetta il Paradiso
verso un giorno nuovo.
Come il sogno di Icaro
loro sfioran le stelle
verso un Sole più bello
dalla luce come faro.
"Autunno"
Caduche foglie d'Autunno
gialle e marroni,
anime nostre nel buio
e lontane visioni;
brezza gelida sarà
nella mezza stagione
che tutto quanto ingoierà
in un vortice di passione.
Alberi spogli e nudi
e sopra cieli sfumati
cangianti e puri
ed ombre allungate.
Le dita di rami
e sotto erba umida,
le piogge distratte
e la terra turgida.
I Soli lontani e gialli
calore lontano e distratto,
divengon ora più belli
ed il cuore sembra disfatto.
Il sonno lieve e leggero
t'avvolge come fumo,
tu col mondo intero
e l'Autunno diviene profumo.
Sapor di Castagne
e piccole Rose
ora che pare
ci siano nuove muse.
Ed il vento gelido e tranquillo
saluta la stagione
ed il sogno più bello
diviene autentica visione.
"Distratto"
Distratto,
da mille altre cose da fare.
Disfatto,
nell'anima e nel cuore.
Non trovo più
tempo per scrivere,
non voglio più
inchiostro per vivere.
Distratto,
da pensieri fatui.
Disfatto,
da interessi vacui.
Non cerco più
Il fuoco dentro una parola,
non vivo mai
la magia dell'aurora.
Distratto si,
appiattito nei pensieri,
esisto così
forse più uomo di ieri.
"La notte"
E' notte,
limbo del giorno,
aria scura nel cielo,
stelle gialle sopra.
Vedo sogni in alto,
una miriade, un insieme;
è moltitudine grandiosa
di fantasticherie che volano,
di corpi invisibili che s'alzano
e s'elevano lassù,
fra le stelle e lo spazio,
fra i monti e la luna
e scappano sempre più su.
Nel silenzio odo suoni
ma lontani quasi morti,
giungono flebili a me,
senza spirito né consistenza,
senza voce né speranza.
Il nero della notte
ha ucciso il crepuscolo
e regna ora su noi,
sopra le nostre teste,
le nostre menti
e il nostro cuore.
Ma è notte,
il regno dell'inverosimile;
spiriti lontani son evocati,
anime umane colme di malinconia;
e s'alza un lieve vento gelido
quasi un soffio di languidi pensieri
che vivono nel buio di adesso
e mesto m'appresto
a ripararmi dal gelo,
mi copro e lento
m'avvicino al mio letto;
un ultimo sguardo alla notte,
un ultimo gemito di malinconia
e pensieri e ricordi
si spengono, svaniscono e fuggono via.
"Bella comunque"
Tu eri bella si,
eri bella comunque.
Nonostante tu;
esistevi nel blu
dei miei pensieri,
com'eri bella ieri.
Sono ora stanco.
Il tuo volto bianco,
la tua voce dolce, tenera e femminile.
T'incontrai in Aprile
ed il rosso, rosso fuoco
della passione
m'ingoiò totalmente
e tutta la gente
ricorderà quanto t'amai.
Lo feci, come non l'ho fatto mai.
Bella comunque
ed i tuoi seni tondi
come in Paradiso li toccai
ma non seppi mai
chi veramente sei.
Bella, bella comunque.
"L'imperfetto"
Non sono un tempo verbale,
sono un uomo quasi "normale".
Esisto con le mie contraddizioni
e le mie quotidiane finzioni.
Cogito ergo sum!
Sono qualcosa di più,
di più di un banale essere pensante,
la mia coscienza è un gigante.
Ma sono pure l'uomo meschino
che gioca col suo destino.
Sono pieno di difetti
ma di pregi ne ho parecchi.
Vivo solo con me stesso
e la mia anima è un abisso,
sono sangue e cervello
ed osservo queste Stelle.
Sò provare vero amore
ma son capace anche di odiare.
La mia vita è un paradosso
ed io mi rido addosso!
Sono ladro e poeta,
sono santo e asceta
e sono mille altre cose
tutte insieme numerose.
La mia storia vien da lontano
ma io son soprattutto un essere umano.
"Piccolo sonetto per me"
In questi giorni di riposo forzato
mangio avido l'inerzia e la noia,
navigo tra i ricordi d'un dolore dimenticato.
E colgo i fiori d'un prato di rimembranze
anelando la viva gioia,
volo con la fantasia nelle mie stanze.
La foto di mio Padre
ed il suo dolce e severo sguardo
m'osservano ed io lo prego stanco
con vicino mia madre.
E la vita si fa più misera
o forse divien più dolorosa
ed io desidero profumi di rosa
mentre s'avvicina, meschina la sera.
8/8/2019
"A mia madre"
Madre,
a cui devo la vita.
Madre,
che mi hai dato tanto
senza in cambio niente volere.
Adesso il tuo canto
è per la vita,
ora la tua gioia è per noi.
Oh madre,
afflato di generosità,
canto sublime del mondo.
Riposai nel tuo grembo,
mi saziai del tuo latte
ed oggi vivo anche per te
ed oggi "sono" anche per te.
Oh madre,
le tempeste tumultuose della vita
ti han forse scalfito ma
tu, come giunco forte,
le hai vinte, rischiarando
il cielo nella notte buia.
Oh madre,
fragile e dolce donna.
Un po' t'assomiglio,
nella tenerezza,
nel dolce sentire dei sensi
ed un po' mi discosto da te,
per un diverso "sentire",
per una diversa indole.
Oh madre,
ti debbo tanto
e se oggi son qui
a scriver parole
è solo perché tu
mi hai creato così
è solo perché tu
m'hai amato così
26/03/2016
"Pace per la poesia" Pace per la poesia. In questa notte di sogno che sia ornata d'alloro, che illumini il mondo, regina tutta d'oro. Una poesia che digrigna i denti, una poesia avvilita, derubata, deturpata, vilipesa, offesa. Una poesia che narra gli eventi. Una poesia trionfante, fremente, palpitante, violenta, vincente. Una poesia che sussurra agli amanti. Una poesia romantica, voluttuosa, carnosa, amante, sapiente. Una poesia che vola tra i venti. Una poesia elevata, ridente, distante, colorata, sbiadita. Pace per questa poesia, che negli angoli di silenzio ritrovi se stessa. Che sia il fiore più bello nella notte riflessa. 21/03/2016
"...e così sia" Per vincere l'apatia ho bisogno di versi scostumati. Secca parola e così sia, sensazioni e ricordi sletterati. Vesto abiti discinti per parlare alla notte dei nuovi e vecchi vinti; i perdenti nelle lotte. Assaporando il gusto del ridicolo, lettere di giorno e di notte di fantasia un rivolo fino del mattino il ritorno. E quadri dipinti con la forza del coraggio, colori ora stinti e mio padre uomo perso ma saggio. Nascono da me mille pensieri, vivono nel mondo vigliacchi ed eroi di ieri che son miti nel profondo. E quando la solitudine si fà malinconia salgo le scale della poesia, e cosi sia. "L'ombra nera" Aleggia un'ombra nera sull'Italia. Un'ombra di razzismo e intolleranza, di egoismo e arroganza. Povera patria, sconfitta e umiliata dalla volgarità e dall'indifferenza, dalla cecità e dall'ottusità. Un'ombra che sembra ingoiarci tutti quanti che vuole annientarci ed annichilirci, Ombra nera; dio denaro; etica persa; gioco perverso. Ombra nera, dai Mass-media che fomenta l'odio. Ombra nera; nuovo fascismo, ombra nera, vecchio nichilismo. Potere di pochi e schiavitù di molti; schiavitù di pensiero, smarrito e perso. Ombra nera; che porta sgomento e tanto spavento. Ombra nera, orrore e paura. Addio alla nostra civiltà povera nuova società, addio; un non ritorno se l'ombra nera invaderà il nostro mondo. "Gozzi sulla battigia" Siam come gozzi sulla battigia, spiaggiati, arenati, lisi e consumati, solitari e stanchi. Col libeccio contrario, coi sogni impigliati e con una folla di speranze derise e umiliate. Col cuore pulsante e un urlo strozzato in gola in questa sera sola. Piccole utopie da cullare come le conchiglie che ci circondano, piccole e minute, e colorate e fragili. Siam come gozzi sulla battigia, abbandonati e persi, senza bussola e direzione ma pronti a partire verso il mare della vita. Pronti per nuove avventure verso la tempesta o la bonaccia, verso onde giganti o verso scogliere. Che il nuovo giorno ci dia forza, che un nuovo Dio ci doni il coraggio. E vivremo, e voleremo, e resisteremo. Nel mare della vita. 19/07/2014 "Roma" Roma vicina alla Luna, Roma feroce e servile puttana. Roma tradita e poi riverita, Roma fatale e Roma impaurita. Roma col Tevere che la traversa, Roma papale e Roma perversa. Roma le piazze e i Caffè all'aperto, Roma che sembra un grande deserto. Roma di notte, che magia! Roma Trilussa e la grande poesia. Roma Trastevere e Piazza Navona, Roma la lupa e Roma padrona. Roma fra il Pincio e mille colori, Roma testaccio e Campo de' Fiori. Roma speranza e sogno distante, Roma a piedi e Roma al volante. Roma paese e Roma regina, Roma furba e Roma cretina. Roma Via Veneto e la dolce vita, Roma cantata e Roma sparita. Roma l'Impero e il suo Colosseo, Roma cristiana e Roma di Dio. Roma pagana e Roma bruciata, Roma dalle ceneri rinata. Roma fugace come gli amori, Roma San Pietro e i suoi Cardinali. Roma l'amor, Roma nel cuor, Roma che vive e che mai non muor. "In una notte…..la fantasia" Nella notte stellata, sotto il segno del Cancro, c'è una musa immaginata che regna nel firmamento. Chi sia non si sa, vive e cresce dentro me, è una piccola verità che mi fa sentire un Re. E' la musa "fantasia" che fa batter forte il cuore, è una favola che vola via che brilla come il Sole. Mentre osservo questo buio questa "dama" mi seduce, cado a terra e striscio e muoio, oh signora della luce. Sono solo di fronte a te che sei bella, sei dannata, sei regina ed io il tuo re. Oh mia ancella profumata! Il tuo volto è stupendo, il tuo corpo longilineo. Ora ti voglio e ti pretendo, vorrei esser tuo compagno. E nel pallore della Luna esisti e vibri come un fiume. Oh speranza, oh fortuna, vola alto con le tue piume. "...e così sia" Per vincere l'apatia ho bisogno di versi scostumati. Secca parola e così sia, sensazioni e ricordi sletterati. Vesto abiti discinti per parlare alla notte dei nuovi e vecchi vinti; i perdenti nelle lotte. Assaporando il gusto del ridicolo, lettere di giorno e di notte di fantasia un rivolo fino del mattino il ritorno. E quadri dipinti con la forza del coraggio, colori ora stinti e mio padre uomo perso ma saggio. Nascono da me mille pensieri, vivono nel mondo vigliacchi ed eroi di ieri che son miti nel profondo. E quando la solitudine si fà malinconia salgo le scale della poesia, e cosi sia. "Mia cara" Voce soave, mani delicate. Un dolce ricordo m'avvicina a te oh mia cara, mia suprema musa. Capirò e capirai nel tempo dell'inganno che l'amore è solo luce di colori, è un mare nitido e puro che ci solletica i piedi. Piccola, ogni gesto è gesto per te, ogni respiro è tuo ed ogni albero sfiorato dal vento m'innalza al ricordo del tuo viso. "Moderna civiltà" Dove stanno queste anime così perse e sole? Dove vivono questi uomini senza parole? La notte di quest'era è arrivata. La paura del presente s'è svelata. Dove stanno i pensieri più liberi e veri? Dove nascono sentimenti puri e vibranti? Don Chisciotte s'è arreso, stanco e sfibrato. L'umanità rivoltosa l'ha ucciso e umiliato. E dove sono i poeti vati e sognatori? Dove camminano oggi i grandi avventurieri? C'è un tramonto di cose in questo nulla. Vive sopito il sogno nella sua culla. E vana è la speranza di ritrovar l'uomo, che smarrito nel suo cosmo e divenuto solo. "La notte" E' notte, limbo del giorno, aria scura nel cielo, stelle gialle sopra. Vedo sogni in alto, una miriade, un insieme; è moltitudine grandiosa di fantasticherie che volano, di corpi invisibili che s'alzano e s'elevano lassù, fra le stelle e lo spazio, fra i monti e la luna e scappano sempre più su. Nel silenzio odo suoni ma lontani quasi morti, giungono flebili a me, senza spirito né consistenza, senza voce né speranza. Il nero della notte ha ucciso il crepuscolo e regna ora su noi, sopra le nostre teste, le nostre menti e il nostro cuore. Ma è notte, il regno dell'inverosimile; spiriti lontani son evocati, anime umane colme di malinconia; e s'alza un lieve vento gelido quasi un soffio di languidi pensieri che vivono nel buio di adesso e mesto m'appresto a ripararmi dal gelo, mi copro e lento m'avvicino al mio letto; un ultimo sguardo alla notte, un ultimo gemito di malinconia e pensieri e ricordi si spengono, svaniscono e fuggono via. "Tempo" Tempo. Libertà e anarchia. Tempo. Che m'incatena al presente. Oh tempo. Bacio tenero della notte, pugno forte del giorno. Tempo. Cronos e clessidra. Tempo. Che mi solca il viso. Oh tempo. Battito d'ali di farfalla, stentorea Aquila in volo. Tempo. Saggezza e follia. Tempo. Che vacilli quando piango. Oh tempo. Superba essenza di vita, magnifica assenza di morte. Tempo. Libidine e noia. Tempo. Dolore dell'anima. Oh tempo. Che mai indietreggi e che adesso mi sorreggi. Tempo.....tempo.... 4/08/2017 "Carità" (Parole di un frate) "Saremo perdenti ma non saremo perduti". In questa vita violenta non saremo sperduti. In questo mare immenso come Angeli caduti, coglieremo il momento nei giorni andati. E nella notte del mondo colmi di compassione, vivremo fino in fondo la gioia e il dolore. Per una nuova esistenza più limpida e chiara, Avremo la licenza d'una carità rara. Rara e preziosa come oro nascosto, sarà meravigliosa come un Sole intravisto. Per mai morire veramente salvandoci il cuore, voleremo con la mente compiendo gesti d'amore. E quando la notte calerà il suo velo e le Stelle a frotte illumineranno il cielo; riposeremo felici per aver tanto amato e con nuovi amici aver lodato e cantato. "Il pittore" Il pittore lancia lo sguardo verso la tela e si gira e guarda ora verso l'angolo delle mura. Il pittore non sa cosa vuole e pensieri arcani gli devastano la mente e corre con la fantasia ben oltre la tela. Il pittore s'inginocchia e supino s'arrende al blu; col pennello lo trasporta dal legno alla carta. Il pittore ora finge e la sua volontà non crede più agli alti spiriti dell'arte, mangia avida l'inerzia dell'uomo meschino. Il pittore su di un trespolo seduto, assorto fissa le porte-finestre. Finita è la sua opera, la sua anima è vuota ma colma di rabbia. Il pittore e sulla tela il suo schizzo blu; sopra al pavimento c'è il dipinto delle sue paure, poggiata per terra, c'è la condanna dei suoi pensieri. "L'imperfetto" Non sono un tempo verbale, sono un uomo quasi "normale". Esisto con le mie contraddizioni e le mie quotidiane finzioni. Cogito ergo sum! Sono qualcosa di più, di più di un banale essere pensante, la mia coscienza è un gigante. Ma sono pure l'uomo meschino che gioca col suo destino. Sono pieno di difetti ma di pregi ne ho parecchi. Vivo solo con me stesso e la mia anima è un abisso, sono sangue e cervello ed osservo queste Stelle. Sò provare vero amore ma son capace anche di odiare. La mia vita è un paradosso ed io mi rido addosso! Sono ladro e poeta, sono santo e asceta e sono mille altre cose tutte insieme numerose. La mia storia vien da lontano ma io son soprattutto un essere umano. "Le spalle del poeta" Le spalle del poeta non sono fatte per reggere travi di ferro, nemmeno il peso del denaro. Non sono fatte per sorreggere la noia della responsabilità o cumuli di legna. Le spalle del poeta sono quasi sempre larghe e stanno dritte in cielo, sorvolano i monti e le nuvole ed a loro è sconosciuta la meschinità. Quando cercano di scostarsi dalla folla c'è sempre qualcuno che le urta; e il loro destino è inevitabile e grossolano. Così a loro è concesso svanire di notte solitarie e penose ed andare a coricarsi fra i Gabbiani ed il mare. "Il freddo" Ti gela. Intirizzisce la pelle e mortifica il corpo. Arriva dal Nord o da qualche spirale di vento. Ti gela. Umido o secco, palpabile o sfuggente, chiude il cuore e calma l'anima. Ti gela. Annebbia i pensieri che divampan nel cielo e brina al mattino e ghiaccio la sera. Ti gela. Increspa i capelli e febbre di giorno e voli d'uccelli che migran lontani. Ti gela. Sfuma i contorni e notti penose, alito caldo e fumi vaporosi. Ti gela. Fratello d'Inverno e nemico d'Estate, tra rami d'alberi secchi s'insinua e svanisce. Ti gela. Pare esser fine di vita e morte apparente, tra odori di neve e pioggia battente. Ti gela. Colpisce il tuo cuore e lagriman gli occhi, il Sole muore svanito nel buio. E così ti gela. Ti ricopre di malinconia, stordisce e vola via. E sì ti gela e sei come fiore che attende Primavera. "Negli occhi" Negli occhi cosa c'è? C'è tutto un universo d'emozioni, c'è un mondo di passioni e c'è un calmo e quieto mare sereno fatto di sorrisi di gioia intrisi. Negli occhi cosa c'è? C'è rabbia e furore, c'è il forte dolore interiore e c'è una spina di malinconia che ferisce e stordisce e che li fa lagrimare quando riesce. Negli occhi cosa c'è? C'è la bellezza dell'anima, c'è un cuore che palpita e c'è una vita vissuta tra gioie e dolori, tra guerre, sangue e amori. Ebbene allora, negli occhi cosa c'è? C'è tutta l'essenza dell'essere umano, universo infinito e libero Gabbiano! "Il Mare" Carezzano la riva le onde in un blu che tutto confonde. Come Topazio brilla il mare d'argento e le dune lambite dal vento. Perle di luce sopra al mare in bonaccia illuminano forte la mia faccia. L'uomo sul pontile ora pesca ed un verme rosso come esca; e guizzano pesci azzurri dalle acque, sulla spiaggia un amore che nacque. Il cielo ora terso e turchino si confonde con il mare come un bambino. Nell'immenso dell'azzurro solitario ora osservo questo mondo al contrario. La mia anima ferita ma leggera vola in quest'aria così pura. Questa sabbia così morbida e fine affonda leggera sotto i passi verso il confine. Come vergine da sola se ne stà la scogliera che nel Sole svetterà ed i granchi così esili e minuti la risalgono lentamente e son muti. Così l'albero della nave fenderà i bagliori di questo giorno di verità. E l'immenso odor di iodio e del sale si schiude in queste spiagge solitarie. Questi suoni così umili e potenti sono sassi che colpiscono le menti. I miei occhi sono assorti nel guardare questo blu, questo cielo e questo mare. "Ho visto nei tuoi occhi…." Ho visto nei tuoi occhi un'ombra di malinconia, un velato e vivo dolore che non va via. Ho visto nei tuoi occhi la tristezza della sera, una lacrima trattenuta e un sorriso che non c'era. Ho visto nei tuoi occhi che il mondo moriva e in un attimo fugace, che la gioia svaniva. Ho visto nei tuoi occhi però anche la bellezza che non sfiorisce e l'anelito di una carezza. La dolcezza che sempre ti accompagna, come una Dama che nella tua anima regna. E' si, ho visto nei tuoi occhi, o forse ho intravisto un po' dell'anima dolente e ferita ma mai arresa. Ho visto nei tuoi occhi…. e ho pensato, "Sii felice, sorella mia!" E ho sperato, "Sii felice sorella mia!" 27/12/2014 "Ciò che fui e che fummo in molti" Tu, novello Prometeo che biascichi parole di rivoluzione, non avrai mai il Sole, non sarai un Dio. L'ira di Zeus su di te e l'ira delle genti che ignorano i tuoi tormenti e che non ti vogliono Re. Come un umile contadino, che ara i suoi campi, così tu, combatti il destino e parli alle genti. Ma come son lontani i tempi in cui non vinceva l'ignoranza, in cui bandita era la violenza, ma tu al tuo compito adempi. Continui a svegliar coscienze, ad appiccar interiori fuochi, chi ti ascolta son però pochi ed il buio nelle stanze. Lontana è l'era dei lumi, oscurantismo e nichilismo e un moderno fascismo e decadenza dei costumi. Così, in questi pochi versi, ripenso a ciò che fui e che molti forse furono nei nostri diversi universi. 19/05/2016 "Anelito" Come il tempo passa effimero e la gioia si fonde col dolore vivo. Come tutto par finisca e rinasca ed il nostro cuore resta in burrasca. Un continuo rifluir di sentimenti, un novello cangiar di tormenti. E la Luna par esser di panna e c'è una lacrima che il cuor affanna. Nella notte s'adombra la malinconia, pensieri, svaniscon e volan via. L'incontro soave tra Zeus e Gesù, la pace interiore anelata nel cielo blu. E gli occhi son pesci nel Mare, che guizzano, vibrano e vogliono amare. Ed il viso s'ammanta di luce cercando la vita come fiume alla foce. Deserto nel cuore, deserto nell'anima. Sete d'amore e fame atavica. Tutto cerchiamo, tutto vogliamo. Bramosia imperfetta la locuzione "Ti amo". 3/11/2016 "Intanto……." Intanto scrivo parole, per non tediarmi, per non frustrarmi. Intanto attendo il Sole, che illumini i giorni, che saluti i miei ritorni. E così la giostra che gira non udirà il mio pianto e questa vita dura sarà uccisa da un canto. E la noia d'un giorno non vorrà più spettri o fantasmi ed il mondo d'intorno gioirà senza più rimpianti. Ma intanto scrivo parole. Come una lettera a Dio, come psicanalisi dell'io, parole che stagnano in gola. Intanto rimango solo, senza risate o rimorsi, con una coscienza diversa tra la luce del Sole. Lascio alla penna la voce per capir del cuore il battito, il sentimento d'un attimo e non portar più la croce. E lascio cadere la foglia per alleggerire il peso d'un anima senza sorriso e senza più nemmeno una voglia 7/7/2015 "In memoria di F.D.A." Due lustri fà andasti a miglior vita. Fragile amico dalla strada smarrita. Non tanto tempo fà il Re si addormentò. Compagno di viaggi e di sogni che non sò. Qualcosa morì non so dir bene che. Anarchico idealista che cercasti un perchè. E già due lustri fà cavalcasti sulle nuvole. Libero pensatore, pescatore di anime. Quarant'anni fà iniziasti il tuo cammino. Umile menestrello, fratello vicino. Qualcosa nacque e ora ricordo il volto di un uomo ribelle che ci ha dato molto. Sapiente e leggero, le parole come fiori. Narrasti l'esistenza degli ultimi, i reietti, della vita gli attori. E già due lustri fà e il ricordo si fà fioco. Voce profonda e scura e la musica come un gioco. Ora ti penso piccolo grande poeta. Uomo borghese e proletario alla meta. Così un saluto nasce dal mio cuore. Bombarolo di parole, splendido narratore. E già due lustri fà spariva il tuo sorriso, fuggendo per sempre in quello che chiaman Paradiso. Per Fabrizio De Andrè "Gli ultimi tramonti" Quando hai visto i tuoi ultimi tramonti? Quando hai visitato le notti ed i giorni? Quando la tua anima è volata sopra monti e colline? E quando sei stata testimone del "sublime"? Dopo tanto navigare tra mari in tempesta, aspettando la tua ultima festa, arrivasti a destinazione, alla tua ultima stazione. Dove sono ora i tuoi sogni incantati? E dove nascono adesso i tuoi pensieri delicati? Donna infelice, donna straziata, donna mai dimenticata. Sarai ora lontano da noi in un luogo baciato dagli Dei, a declamar i tuoi versi per tutti, tutti quanti gli esseri persi e controversi. Per Alda Merini "Ma che occhi hai?" Ma che occhi hai? Teneri e penetranti Come due fari brillanti. Ma che occhi hai? Felini e sinuosi come due gatti siamesi. Ma che occhi hai? Son gemme splendenti che confondon la mente. Ma che occhi hai? Son il mare riflesso che osservo così spesso. Ma che occhi hai? Dolci e femminili come un bacio in Aprile. Ma che occhi hai? Verdi e veri come prati a Primavera. Ma che occhi hai? Son il sogno più bello, il brillar delle Stelle. Ma che occhi hai? Son le Rose di Maggio, un dipinto paesaggio. Ma che occhi hai? Meravigliosi gerani che ti porgo dalle mie mani. Ma che occhi hai? Mi tolgono il fiato, mi fan sentire rinato. Ma che occhi hai? Son la pallida Luna, la più bella fortuna. Ma che occhi hai? Son un richiamo all'amore, un raggio di Sole. Ma che occhi hai? Son splendida chimera, un bacio d'amore a sera. Ma che occhi hai? Lascivi e intriganti, muse affascinanti. Ebbene si, ora lo sai il tesoro che hai! "...e così sia" Per vincere l'apatia ho bisogno di versi scostumati. Secca parola e così sia, sensazioni e ricordi sletterati. Vesto abiti discinti per parlare alla notte dei nuovi e vecchi vinti; i perdenti nelle lotte. Assaporando il gusto del ridicolo, lettere di giorno e di notte di fantasia un rivolo fino del mattino il ritorno. E quadri dipinti con la forza del coraggio, colori ora stinti e mio padre uomo perso ma saggio. Nascono da me mille pensieri, vivono nel mondo vigliacchi ed eroi di ieri che son miti nel profondo. E quando la solitudine si fà malinconia salgo le scale della poesia, e cosi sia. "Il grido" Nella timida Primavera cala la sera e s'ode in lontananza tra i giardini appena in fiore un grido di dolore. Una voce in dissolvenza In un'era senza tempo che cavalca lungo il vento, una timida indolenza che rispecchia il sentimento di un'anima in tormento. "Ho visto nei tuoi occhi…." Ho visto nei tuoi occhi un' ombra di malinconia, un velato e vivo dolore che non va via. Ho visto nei tuoi occhi la tristezza della sera, una lacrima trattenuta e un sorriso che non c'era. Ho visto nei tuoi occhi che il mondo moriva e in un attimo fugace, che la gioia svaniva. Ho visto nei tuoi occhi però anche la bellezza che non sfiorisce e l'anelito di una carezza. La dolcezza che sempre ti accompagna, come una Dama che nella tua anima regna. E' si, ho visto nei tuoi occhi, o forse ho intravisto un po' dell'anima dolente e ferita ma mai arresa. Ho visto nei tuoi occhi…. e ho pensato, "Sii felice, sorella mia!" E ho sperato, "Sii felice sorella mia!" 27/12/2014 "Bandiere bianche" Oh bianche bandiere! Che sventolate alte nella brezza del mattino, che siete simbolo forte della resa all'infame destino. Oh bianche bandiere! Che come alteri cigni vibrate nel cielo dei sogni, quei sogni morenti, quegli ideali ormai spenti. Oh bianche bandiere! Che state a simboleggiar la nostra definitiva resa, che affogate nel mar ogni nostra pretesa. Oh bianche bandiere! Che noi sventoliamo perché nel fuoco bruciamo. Si, noi, generazione persa che anelava una società diversa. Oh bianche bandiere! Ora ci arrendiamo, non combattiamo. E dopo questa guerra ormai persa, vogliamo la pace e una terra promessa. "Poesia per Pier Paolo Pasolini" Ricordo le tue parole erano come un Sole che illuminava la mia anima e la faceva candida. Crudele il tuo destino in quella notte avrei voluto esserti vicino, ed invece ti hanno spezzato le ali come ad un Angelo tra i "normali". Destino crudele ed atroce così ti tolsero la voce; voce scomoda e sensibile che allora non era credibile. Ma tu eri genio gigante e la tua bontà percepita da tanta gente. Ricordo le tue interviste d'amore, incontri con un popolo "migliore" ed i film, gli articoli e poesie eri in noi indicandoci delle vie. Strade scomode, sempre contro, il tuo corpo e la voce e lo scontro. Il volto scarno e buono scavato dal tempo lontano; i tuoi occhiali sempre scuri per nasconderti o per paura. Eri poeta civile e popolare dai tuoi versi nasceva l'amore, e i sorrisi stanchi ai tuoi tanti amici su un campo di pallone per giocare felici. Ostia maledetta, dal buio e dal fato come un complotto ben giocato. Cantore di periferia ma anche osservatore della borghesia, tra colori e letteratura te ne sei andato ed a noi hai lasciato un vuoto incolmabile che è solo vagamente palpabile. Ragazzi di vita e gente libera ti ringrazia ancora per il tuo pensiero che ci ha accostati al vero, ed alla cultura non boriosa ma matura che veniva da te più casta e pura. "A' Pier Pa' ce manchi tanto" e la voce si tramuta in pianto. "Cecità" Il menestrello canta nella reggia, ride, balla ed arpeggia. Canta ad un popolo che vuole invaghirsi delle sue parole. Il ladro vince le elezioni, la gente ne vuole i favori. Il povero innocente è messo al rogo e la sua carne crepita nel fuoco. Il profeta teorizza la sventura su un mondo pieno di paura. E' cecità. L'arrogante alza ancor la voce, il suo tono sovrasta mille cose. Ed il povero deve vergognarsi, della dignità deve spogliarsi. Il buon frate prega in ginocchio per redimere un popolo corrotto ed i bimbi muoiono in mare, dalla guerra vogliono fuggire. E' cecità. Io solo rifletto ed annego in una vita che più non mi spiego. E la nave affonda negli abissi, la Luna perde i suoi riflessi. Calmo il vento passerà ed un tuono s'udirà. E' questo il mondo della cecità. E' questo il posto della cecità! "Nel villaggio" Oh uomo, che vivo rantoli nel viluppo del villaggio, che scrivi e parli in questo desolato paesaggio. Come colui che svende e vende la parola, nel gorgo attende una rima sola. Nel villaggio devastato dal cemento, aneli un verde prato più azzurri cieli. Ed in questo attendere, sospeso come l'aria, un violento percuotere il cuore ancora. Nel meriggio assolato d'un Marzo bugiardo, un silenzio squassato come dal vento uno stendardo. Ormai nel villaggio rumori di fondo, la quiete è un miraggio e delicata fronda. Così l'annegar nel cuore del mondo, sembra quasi svanir con un grigior di fondo. 31/03/2016 "Il fumo" Leggero e calmo avvolge i miei capelli ed il mio viso. Nenia leggera di sera, premio privato per una brutta vita, oppio personale per non pensare; nasce da una sigaretta o da virile tabacco, non importa. Le sue dita vaporose carezzano mille cose; impregna tessuti e pelle e vola fino alle Stelle. Sinuoso s'innalza e grigio e bianco sporca le mie dita. Oh infinito vizio! Oh solitario piacere! Sarai tu a trasformare la notte, sarai tu a calmare la mia anima. "Cuore" La voce del cuore inizia a colpire quando gli anni son pochi, per poi affievolirsi quando questi son molti. Il cuore nostro motore è parabola di vita, è parola a volte sconosciuta. Il cuore e la sua voce son come fiume alla foce. Da lì nascono gioie e sentimenti o "slanci poetici e tormenti". Oh cuore batti sempre, affinchè la tua presenza non divenga assenza e per i molti che l'ascoltano marce trionfali e cori e per quelli che non t'amano tetro buio ed infinito silenzio. "Panorama" In un triste meriggio il Sole spande i suoi raggi sul clivo mentre nelle rogge stagna limpida l'acqua. Verso il folto roveto s'addentra uno stormo di Rondini in amore, e sul greto del fiume si bacian gli amanti. Sui tetti delle case i raggi solari disegnan ombre nuove e sopra al pendio soffia leggero e calmo un vento trasognato. Il fruscio di verdi foglie rompe un silenzio di sogno e nei lievi rumori di questo universo svaniscono quasi gli sguardi celati dei contadini. "Anima della Luna" Anima della Luna che brilli bianca, splendente e franca. Che so che esisti, che in cielo resisti. Anima della Luna, nobile e pura che uccidi la paura, che vibri nei miei occhi, che regni nei miei sogni. Anima della Luna, che sei nel firmamento, struggente tormento. Oh casta amante e prezioso diamante. Anima della Luna, che di notte appari, che voli sui mari. Musa paziente dal volto affascinante. Anima della Luna, che esisti ombrosa, delicata Rosa. Femmina e Dea, oh regina mia! Anima della Luna, che mi culli in quest'istante, nella notte imponente. Perché t'anelo e t'assaporo, musa mia, fatta d'oro. "Quattro passi nel delirio" Primo passo: Ascolto le voci dei vecchi amici, ironia e saggezza antica purezza. Odo lo stormir di fronde ed ascolto il suono delle onde. Pensieri e ricordi divengon ora più forti e la paura s'infrange contro il coraggio ed il mio sangue. Secondo passo: Quando beltà splendeva sui tuoi occhi e rideva, io fui pavido e impotente come vuole la gente. E quando Cupido ci visitò gettammo i nostri cuori nel falò. Ardeva la fiamma d'amor come lancia che spezza il dolor. Così la Rosa che colsi mi punse, ed io me ne dolsi. Sapevo qual era il futuro ma sfidai il tuo sguardo duro. Terzo passo: Un ragno sul mio letto spezza il mio sonno perfetto. Ombre s'avvicinano al mio viso ed io le accolgo da loro deriso. Suoni nelle orecchie mentre muovo le mie membra vecchie. Ora ascolto immobile del silenzio il suono prezioso e fatuo come il perdono. Mentre il cuore che pulsa sarà nenia dolce che un giorno parlerà. Quarto passo: ....e l'ultimo Gatto lascia la strada ratto, Sorseggio liquore per innalzar lo spirito ed il cuore. Visione d'un esistenza cruda; cullami anima nuda! Cuba libre o Tequila nella notte viva. Ozioso e stanco vino rosso da bere a più non posso, e il volo è solo un'illusione lieve e malefica delusione. Quarto passo è tutto ciò che lascio e vivo con meno paura la mia metà oscura. "Anelito" Come il tempo passa effimero e la gioia si fonde col dolore vivo. Come tutto par finisca e rinasca ed il nostro cuore resta in burrasca. Un continuo rifluir di sentimenti, un novello cangiar di tormenti. E la Luna par esser di panna e c'è una lacrima che il cuor affanna. Nella notte s'adombra la malinconia, pensieri, svaniscon e volan via. L'incontro soave tra Zeus e Gesù, la pace interiore anelata nel cielo blu. E gli occhi son pesci nel Mare, che guizzano, vibrano e vogliono amare. Ed il viso s'ammanta di luce cercando la vita come fiume alla foce. Deserto nel cuore, deserto nell'anima. Sete d'amore e fame atavica. Tutto cerchiamo, tutto vogliamo. Bramosia imperfetta la locuzione "Ti amo". 3/11/2016 "Come uno scrittore" Come Francis Scott Fitzgerald, così lui scriveva ed era. Tormentato, innamorato e solo, era come un Airone in volo. Chiuso nella sua stanza, chino su fogli di carta. Scriveva e leggeva tanto contro la malinconia ed il pianto. Il suo turbamento era un'ombra che gli viveva dentro feconda. Solo con la sua letteratura viveva pieno di paura. Anelando di scriver un poema o un grande romanzo a tema. Povero lui, cosi solo e inetto, descriver voleva il suo mondo imperfetto. Ed ora, solo nella sua stanza, pensa, pensa e ripensa. A mille amori, a battaglie, a guerre, tradimenti e speranze. E così, sotto un tappeto di stelle, vive un cuore dolente. Un vero giovane Werther che spererà di scriver "Tenera è la notte". 5/07/2017 "Ricordo di donna" (Descrizione) I tuoi capelli come alghe notturne. Gli occhi tuoi lucenti come smeraldi al Sole. Io non ricordo più, poggiato su di un Salice rivedo le tue ciglia che s'intrecciano come Canarini in amore e le gambe, lunghe ed affusolate, ricordano la fiamma ardente della candela. Il tuo viso chiaro sorridente, come Stella cadente ed infuocata nei cieli notturni. Poggiato sul Salice guardo in su e vedo il cielo blu, come il colore del tuo trucco degli occhi ed ancora le tue mani piccole, leggere e lisce come petali di fiore. E tu infine fragile come Usignolo, libera come Gabbiano, volteggi sopra la mia testa nell'immagine che ho di te. "In una notte…..la fantasia" Nella notte stellata, sotto il segno del Cancro, c'è una musa immaginata che regna nel firmamento. Chi sia non si sa, vive e cresce dentro me, è una piccola verità che mi fa sentire un Re. E' la musa "fantasia" che fa batter forte il cuore, è una favola che vola via che brilla come il Sole. Mentre osservo questo buio questa "dama" mi seduce, cado a terra e striscio e muoio, oh signora della luce. Sono solo di fronte a te che sei bella, sei dannata, sei regina ed io il tuo re. Oh mia ancella profumata! Il tuo volto è stupendo, il tuo corpo longilineo. Ora ti voglio e ti pretendo, vorrei esser tuo compagno. E nel pallore della Luna esisti e vibri come un fiume. Oh speranza, oh fortuna, vola alto con le tue piume. "La poesia come….." La poesia come fuga dalla realtà, astrazione della verità. Come un fiume senza sponde, che tracima, che ci confonde. Come un ramo senza foglie, scarno, umile ma forte. La poesia come tenera carezza, è umana tenerezza. Come un'alba mattutina che scioglie la brina. Come battaglia interiore che fa batter forte il cuore. La poesia come un sogno senza tempo che cavalca lungo il vento. Come un intreccio di parole che spaccano il Sole. Come gli occhi di un bambino che ingenui, attendono il destino. La poesia come lacrima d'inverno, nel suo più breve giorno. Come il deserto senza acqua. Calda, arida e immensa. Come un fiore a primavera che sboccia tra i silenzi della sera. Tutto questo ed altro ancora è la poesia che in alto vola. "Nulla turba il silenzio delle notti" Nulla turba il silenzio delle notti. Quando le muse, eteree bellezze, son cantate da poeti imploranti carezze. Quando Eros esplode nella passione ed i corpi s'avvinghiano senza pudore. Nulla turba il silenzio delle notti. Quando stanco e lontano è l'albeggiar ed il buio sovrano sembra regnar. Quando il sangue di Cristo è versato e sul Golgota nella passione è lavato. Nulla turba il silenzio delle notti. Quando gracchiano i neri corvi e gli sguardi diventan torvi. Quando Morfeo ci dona la pace e il suo canto è un sonno felice. Nulla turba il silenzio delle notti. Quando la fantasia vola nei cieli sposandosi con languidi pensieri. Quando il crepuscolo è morto da tempo e lo Spleen è un soffio nel vento. Nulla turba il silenzio delle notti. Quando la Luna porta sgomento e le Stelle regnano nel firmamento. Quando i canti son teneri lamenti e schiere di sogni invadon le menti. Quando Chopin suona un "Notturno" e sembra quasi che nasca il giorno. Nulla turba il silenzio delle notti. Quando i volti son stanchi e mansueti e gli occhi nascondon segreti. Quando i colori d'un quadro sbiadiscono e nella luce soffusa affogano. Nulla turba il silenzio delle notti. Quando il sapore del vino è vicino e la morte par esser di fumo. Quando il riposo o la festa rivivono e i poeti sui fogli ora scrivono. E' così, nulla turba il silenzio delle notti, nulla turba il silenzio delle notti…... "Fantasia" Unica salvezza mia! Oh fantasia! Ristoro dell'anima, fonte candida. Lunga e tortuosa via! Oh fantasia! Breve come il tempo felice e unica come amore fugace. Madre della poesia! Oh fantasia! Fuoco rosso di passione, esisti in ogni stagione. Simile alla pazzia! Oh fantasia! Che m'incontri di notte, che sei povera, a volte. Limpida mia utopia! Oh fantasia! Crei mondi artificiali, porti sogni mai banali. Sublime musa mia! Oh fantasia! Riparo e fortezza, languida carezza. Spleen e malinconia! Oh fantasia! Forte come giunco immortale, delicata come stella di mare. Saggezza e follia! Oh fantasia! Che vivi nel mio cervello, che sei il fiore più bello. Stordisci e voli via! Oh fantasia! Oh fantasia...... "Il mio mondo è la notte" Il mio mondo è la notte, quando il Corvo vola basso, quando il silenzio è sovrano. Il mio vivere è la notte quando il gemito dell'anima si fa più forte, quando le voci del giorno si son spente. Notte. Quando il mondo sembra strano, quando io sono lontano. Oh notte! Quando l'aria si fa fresca, quando il pensiero si fa esca. Il mio mondo è la notte; nel silenzio, nel pensiero, quando tutto si fa scuro. Notte ancora, quando i brusii son nascenti, quando i bisbiglii son regnanti. Oh mia regina, oh mia ancella profumata, mia Venere conquistata. Il mio mondo sei tu; quando scrivo e ti sfioro, quando la poesia diventa Alloro. Oh la notte; e passeggiar dentro me, svanire e scomparire in te, in quest'anima lacerata e oscura, vivente ma ancora immatura. Oh notte, fatta di sogni altrui che colgo negli antri bui. Taverna e respiro, meretrice di destino, fumo di sigaretta e un po' di vino. Notte, alcova dei poeti, detentrice di segreti. Paziente arrivi Fra gli Abeti e gli Ulivi. Oh notte, che spazza via il crepuscolo, che adombra amore minuscolo. Così tutto si fa nero e mentre il Corvo ancora vola basso nel cielo, la notte cala il suo velo di pizzi e merletti oscuro. "Immoto Mare" Immoto Mare, cullare mi farò da te perché alla tua vista m'inebrio e sobrio non son più. Laggiù sulla linea d'orizzonte, fulgente arriverò e sarò un'anima libera, splendida e danzante, liberamente sincera, vera, come candida farfalla che balla sopra l'azzurro-turchino nel mattino lucente e adamantino. Mio cammino sarà verso un bagliore ed ore, ed ore verso una meta lontana che anelerò. Saprò, oh immoto Mare chiamare il tuo nome come di una Sirena il canto e m'ammanto di luce divina, cristallina, abbagliante e sola. Mi consola la tua vista, mi rattrista la tua ira. Gira, oh immoto Mare, sentire fammi così il tuo richiamo. Amo te, amo te, della vita il sale. Oh immoto Mare! 4/11/2016 "Un cane" Dimmi chi sei e quanto amore hai. Dimmi com'è e come fai ad esser ricco di pietà che mai, mai uomo ebbe ma che in te crebbe. Dimmi se quegli occhi, così inclini al pianto, furon mai amati oppur odiati. Dimmi, anche se voce non hai, se in te pulsa un cuore che conosce il dolore. Dimmi, amico presente, se un'anima coltivi oppure è assente ma comunque tu vivi. Dimmi se un giorno potrò capire il senso del tuo gioire, il perché del tuo soffrire. Dimmi, essere gentile, qual voce odi ora nel cuore e perché ami senza condizioni, senza filtri, con emozione. Dimmi, caro mio, cosa ti portò a voler la morte pur d'amare un umano padrone. Dimmi chi sei oh nobile "bestia", dimmi che fai, straniero e vagabondo. Credo tu sia un esser speciale caduto in Terra come un angelo senz'ali. "A Charles Baudelaire" Turbano i tuoi scritti l'anima mia contorta che ora è risorta da tumultuosi venti. Oh infinito poeta, spargi nel cuore raggi di Sole, uomo solo alla meta. Son io "l'ipocrita lettore" colui che l'anima denuda, e il tuo verso culla verso cieli di furore. Il buio e il silenzio, la tetra commedia della vita che tedia e il sapor d'assenzio. L'Albatro vola verso cieli lontani con un librar d'ali che la mente spaura. Oh tu, che di notte vivesti e nell'animo tuo cullasti il buio e la notte narrasti. Come turbine impetuoso i tuoi versi d'oro scolpiti col fuoco nell'animo prezioso. Ma perché tanto furor? Il giorno disparve e il crepuscolo nacque e del vino il sapor. Le tue vette mai non raggiungerò anelando però di somigliarti un po'. 2/04/2016 "I poeti" Vilipesi e umiliati, dalla nostra civiltà cacciati, offesi e scherniti da tutto il mondo derisi. Dell'umanità gli ultimi e vivono spesso ai margini. Son come perle brillanti hanno lo splendore dei diamanti. Giacciono ai bordi della follia, e sognano amore e utopia. Son come gatti in un canile, son come la pioggia d'Aprile. Han ghirlande di parole e, di solito, son anime sole. Sono l'alba e il tramonto esistono nel cuore del mondo. Scrutano l'anima dell'uomo d'oggi e di ieri ne conoscono gli anfratti, i segreti e i pensieri. Han gli occhi profondi e lacrimosi, son come bambini capricciosi. Vivono in un turbine d'emozioni e s'elevano nei cieli delle stagioni. Reietti e bistrattati son mendicanti affamati, d'amore e d'elegia, di sogni e di magia. Danno tempo al tempo ma si possono distruggere in un momento. Schiavi del vizio e spesso il vivere come un supplizio. Cantano le loro muse che son chimere confuse. Vivono in mondi di fantasia, ascoltano del mare la poesia. Son fragili virgulti candidi mezzi uomini e mezzi angeli. E quando dalla gente l'ultimo insulto nasce s'incoronano d'alloro e scompaiono dove tutto tace. "Del fioco lume e della speranza" Quando nella notte regina s'udirà il canto del Cigno, allora una stella vicina lenirà il dolore maligno. Vestirai la veste più bianca, coprirai di cenere la testa e parlerai con voce stanca della tua ultima festa. Nel tuo Requiem solitario, un saluto, un addio e col cuore spaventato, un ricordo, un oblio. Il migrar delle Rondini che salutano il cielo. Il tuono dei fulmini che spaccano il suono e la notte dell'anima e il tramonto del sogno, una vita che palpita in un cuore profondo. Così il fioco lume dell'esistenza par fatua cosa e i sogni e la speranza, sfioriscono come petali di Rosa. 1/8/2014 "Come un cristallo" Nella notte adamantina fulgore di spiriti solitari. Come un cristallo me ne sto, delicato e fragile, prezioso e lucente. Attendo l'albeggiar tra lubrichi pensieri e sogni imbiancati. Vivo tra le onde di un mar senza scogli, alla deriva, senza appiglio. E coscienza di me stesso, e limpida e chiara complice fragilità. La Luna risplende d'un bianco avvolgente ed io, tra mille paure, puro esisto in questa quiete apparente, in questo dolce e atroce silenzio imponente. Come un cristallo luccicante e splendente, scalfito però dalla brutalità dell'esistente. "Paesaggio di Primavera" Campane suonano a lutto una morte nel paese confonde tutto, è arido il giorno solingo e sincero, sorvola la pianura lo Sparviero; contesto d'un paesaggio desolato il Maggio di chimere è già arrivato. I sogni dell'Inverno son passati tra la neve e lungo viali alberati. Poeti han già descritto la natura selvaggia, chiassosa e matura. Ora nasce l'universo Primavera, sorride è vicina la sera. Salubre è il fruscio di spighe di grano un suono ancestrale arriva lontano. Il profilo del monte carezza le nubi che oscurano i cieli rendendoli cupi, lungo orizzonti cammina il tramonto e chiasmi poetici bagnano il mondo. Si nasconde il crepuscolo solo e vermiglio tra poco salirà in cima al suo giaciglio e pace tutt'intorno s'è creata, atmosfera sognante e beata. Così l'azzurro d'un cielo largo e sconfinato si smorza cadendo sul confine d'un prato e sull'erba imperlata di rugiada leggera s'appoggia lieve e sincera la sera. "Il fingitore" Eccolo! L'acrobata della parola. Eccolo! Il menestrello saccente. Eccolo! Il cantastorie in rovina. Il fingitore elargisce emozioni alla gente ma si sa che non sa niente. Il fingitore si crede un buon maestro, orgoglioso saccente e vanesio. Il fingitore sproloquia a iosa contento e butta fiumi d'inchiostro sui fogli. Eccolo! Il brigante lupo della steppa con l'anima a metà disfatta. Eccolo! Dal sacro fuoco dell'arte intriso, dal volto canuto e dal triste viso.. Eccolo! L'angelo con la spada vivo che sembra caduto dal Paradiso. Il fingitore è solo un guitto danzante che non ti può insegnar niente. Il fingitore, pover'uomo cadente come salice piangente. Il fingitore, poeta e fine dicitore, per favore, lasciamolo stare. POST SCRIPTUM In fondo però è un brav'uomo e chissà che in un prossimo futuro noi riusciremo a capirne il messaggio e forse, chissà, lo definiremo saggio. 8/11/2016 "Sangue del mio sangue" Sangue del mio sangue. Ti amo. Vita nella mia vita, presenza nella mia assenza. Oh gigante buono, ora inciampi nella fragilità dell'esistenza. Ora esisti in una dimensione nuova. Ti bacio la fronte Padre, affinchè io possa trasmetterti il mio amore, affinchè tu possa riposare sereno. Sangue del mio sangue. T'imploro. Non lasciarmi nel buio di questa vita e donami per sempre la luce della speranza. Padre, infinito splendore, vedetta della sera, aiutami a capire, aiutami a sentire di più. Sangue del mio sangue. T'abbraccio. In questa infinita notte una nuova alba arriverà e lenirà il dolore che spacca il cuore. Padre mio. Saggezza e pensiero, forza e orgoglio. Tanto t'assomiglio e tanto mi discosto da te. E così, sangue del mio sangue non ci sarà mai un addio perchè la tua anima vivrà nel Paradiso e sarai come un Angelo vicino a Dio. 13/08/2017 "La creatura dell'artista" Aleggia nell'aria la creatura dell'artista. Ombreggia nella mente, invisibile alla vista. Risiede nel cuore un tremolante furore, esiste nel grembo d'un essere saggio e nasce all'improvviso la creatura dell'artista. Con travaglio interiore, furtiva e malvista. Vivrà poi di vita propria, avrà una sua storia. Diverrà "maggiorenne" nel Sole a dispetto del suo meraviglioso creatore. 4/10/2016 "Ballata delle fronde spezzate" Nell'anima una raffica di vento spezza i fragili rami del purpureo cuore tormento. Il Sole che adesso brami nel cielo brilla lontano e ascolta i tuoi richiami. Sarai ancora a fendere le nuvole con la mano senza più nulla chiedere? Oh musa ispiratrice! Ti chiamo piano e vorrei esser più felice! Ma ora è il tempo delle fronde spezzate, un lampo in un momento. Momento di poesia che vive nel mio cuore e vivida e rossa fantasia. Come un salice piangente son chino su me stesso e l'anima dolente. Un richiamo triste dalle onde del mare, come nenia celeste. Azzurra sirena che canta, vorrei parlarti ora, ma un demone danza. Demone tristezza, demone amarezza, il diurno Spleen di un rosso fuoco d'ebbrezza. Ed un richiamo di gioia e di speme un rivolo per combatter la noia. Un balenare di spade nella battaglia del cuor e attendo la notte che cade. Ora son però spezzate le fronde dell'anima, di speranza rinate. Ed il fiume che tracima potente dal suo argine e una solitaria rima. L'essenza del mio essere ed il volo degli uccelli e forza di resistere. L'ombra che onnubila la gioia ed il piacere ora vive candida. Il mio volto ed il sorriso sono aneliti lontani che ricerco in Paradiso. Ma nel calmo cielo pomeridiano, brilla forte una speranza ornata da un velo. E la lotta continuerà, un colpo al cuore, finché la notte scenderà. 4/05/2016 |