Poesie di G. Bellanca


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Perché padre
Sogno il vento
e un tempo burrascoso,
i fiumi in piena
e il mare tempestoso.
Sogno il fratello
che suo fratello uccide
e un crudele padre
che incita a farlo.
Città distrutte
sepolte da macerie,
boati assordanti
e scoppiettio di fuoco.
La gente urla
e non sa dove andare,
le madri cercano
di proteggere i loro bimbi.
Perchè il fratello
uccide suo fratello?
Non per giustizia
ma per bramosia dei padri.

Angeli
Lievi come l'aria
sono stati tra noi.
Ci hanno portato
gioia,calore e amore.
D'improvviso sono volati via,
senza dire niente,
lasciando un grande vuoto
nei nostri cuori.
Adesso sono lassù
assieme agli altri angeli,
nella casa del Padre
a vegliare su di noi.

E intanto
E intanto il tempo passa
sfiorando le miserie
di noi esseri consapevoli.
Consapevoli della nostra avidità
e incuranti dei bisogni altrui.
E intanto il giorno insegue la notte
e il tempo vola e non si cura
delle gioie e dei dolori di noi mortali.
Ed io sono qui che aspetto
che guariscano le ferite dell'anima.

Dipartite
Quando l'angoscia
ti opprime il cuore
lacrime sgorgano
come pura sorgente.
Scivolano giù
lungo dolci pendii,
si sperdono lì
su morbide distese.
Pargolo fui,
nelle mie rimembranze,
la prima dipartita,
pargolo fu
il primo dolore.
Lunghi capelli
di giovine fanciulla,
su spalle bagnate di sale,
spandesti.
Attonito guardai allontanarti
e sparire all'orizzonte.
Dipartite dopo dipartite
al dolore si somma il dolore.
Quanto fu grande
il vostro dolore miei amati.
Nel cuore di fanciullo che fu
non più lacrime.
Il cuore di fanciullo che fu
nascose il dolore.

Souvenir
Un cielo bigio
annuncia l'imbrunire.
Una gelida brezza
spettina il prato.
Scheletri si stagliano all'orizzonte,
innalzando le braccia ignude
come in preghiera.
Vetri appannati
da sospiri mesti.
Mani gelate
come gelido è il cuore.
Dolce è il rimembrare
in questa sera d'inverno,
il tuo sorriso
e i tuoi occhi mesti
che parvero severi,
i nostri scritti di fanciulli,sciocchi,
il tuo ritornare
in trepidante attesa.
E poi nulla.
Nascosi il dolore
in false attese,nascondo il dolore
nella tua lontananza.

Confidenze
Grida giocose
nelle strade assolate.
Tende abbassate
nascondono la luce.
Dolce è la mano
che accareza il mio viso.
Dolce è il bisbigliare
le nostre confidenze.

Bimbi
Occhi innocenti
rivolti al cielo
come per chiedere
aiuto al Bene Supremo.
Piccole mani piene di calli
che al posto dei balocchi
stringono duri manici di vanghe.
Piedi nudi sporchi di fango
non conoscono le scarpe
ma la dura terra.
Visi inumiditi di perle salate
scuri di colore e arsi dal sole.
Talvolta ti chiedi:
perchè proprio io?
forse non lo sa neanche Iddio.
Bimbi innocenti,che chiedete pane,
forse per voi migliore sarà domani.

Dammi la mano
Dammi la mano fratello.
Nera o gialla,cristiana o musulmana
e faremo un girotondo intorno al mondo.
Dammi la mano fratello.
Per asciugare visi intrisi di lacrime,
per curare ferite da guerre inaudite.
Dammi la mano fratello.
Per coltivare campi inariditi,
per abbracciare bimbi perduti.
Dammi la mano.

La neve
Cade la neve
leggera leggera.
Imbianca i tetti,
ricopre le strade
e si adagia
sui teneri germogli
del mio geranio.
Ti guardo
e mi sovvieni tu:
rigogliosa
nella tua verde etade
pria,
poscia
coi capelli grigi
che incorniciano
il tuo volto amato.
E infine
quando il cattivo male
ti fu compagno,
ti ho visto sciogliere
lentamente,lentamente
come lieve coltre bianca
ai raggi di un tiepido sole.

Il volo
Pioggerellina primaverile,
che picchietti sui vetri
della mia finestra
e formi rivoli
che si versano là
in quel tombino
in fondo al cortile,
sei la benvenuta.
Già le mie narici
percepiscono l'odore acre
della terra bagnata
e il mio sguardo si porta
sui tetti dirimpettai,
dove i piccioni cercano riparo.
Riparo cercavo anch'io
tra le braccia di sorella solitudine
per allontanarmi
dalle false lusinghe dei compagni,
ma tu mi illudevi
e abbrutivi la mia anima.
Un raggio di sole
illumina l'orizzonte.
I piccioni spiccano il volo.
Così spero farò anch'io.

Mesto andare
Lunga è la strada
che mi porta a te,
tanti i ricordi
che mi legano a te.
Giunti noi siamo
davanti a quel cancello,
giunti noi siamo
nel luogo del tuo sonno eterno.
Viottoli ghiaiosi
calpestano i miei piedi,
aiole fiorite
circondano effigi.
Il mio sguardo vaga
in cerca della tua immagine.
Poi sei là.
Un pianto esce dal mio cuore,
il dolore dilaga in mille ricordi.
Piccole mani si stringono a me,
calde lacrime per un bene perduto.
Caduchi fiori posiamo sulla tua tomba,
amore eterno serbiamo nel cuore.

Dove sei?
Mi guardo intorno.
Solo silenzio.
Dove sei?
Ti sto cercando.
Il fruscio del vento
sconvolge la mente.
Il calore del sole
è vita.
Dove sei?
Ti sto cercando.
Mi hai preso per mano.
Mi sono perduto.
Ho percorso pianure.
Ho arrancato per ripidi pendii.
Solo solitudine.
Nel canto degli uccelli,
nel profumo delle rose
ci sei Tu?
Ti sto cercando.

Il treno
Quel fischio
ti trapassa il cervello,
ti rimbalza nel cuore.
Li guardi
ma sono già lontani.
Senti sulle tue gote
i dolci baci,
sul tuo corpo
il calore del loro abbraccio
e negli occhi
mani alzate che salutano,
fazzoletti che asciugano lacrime.
Rivedi quei bei giorni
appena passati
e così in fretta trascorsi,
i tuoi cari,
la tua casa,
la tua terra.
Ricordi,cari ricordi
che serbi gelosamente
nel tuo cuore.
Quel treno ti porta lontano,
in terra straniera
che duro pane ti dà.
Miei cari,
cara terra natia,
così amata e così matrigna,
chissà quando vi rivedrò.


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