Poesie di Giovanni Battistello


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Sul ramo arrugginito
E' più triste la sera
quando sul ramo arrugginito del pesco
si posa l'autunno.
Nè la quiete delle notti stellate
un alito di serenità spira, riluce nel deserto della solitudine.

L'aurora
Spalanca le sue finestre l'aurora
per illuminare la Notte
la Terra la Vita,
per asciugare il tuo viso
inumidito da una lacrima e illuminarlo.
Penetri un riflesso di quel pallore di luce
nei territori spirituali dell'umanità
nelle cupe zone d'ombra
che avvolgono di mestizia
questa già torbida civiltà vicina al baratro
che dimentica il Cielo
e uccide Dio.

Se il tuo giorno
Se il tuo giorno
è dilaniato dalla sofferenza,
calvario dell'umanità,
e niente ti rimane
per attraversare un altro giorno
non disperare:
strappa la luce a una stella
luce del Cielo fiaccola dell'Anima
e cercati un sogno.
Un'alba nuova sorgerà sul tuo domani.

Nelle notti serene
Nel silenzio delle notti serene
nel rifiorir dei cedri
nella preghiera
nella poesia
nel pianto
tracce d'infinito.

Il tuo sorriso
Che un turbine di gerani
sradichi l'aridità dalle tue labbra
il deserto del cuore.
Forse nessuna cosa rimuove il tuo sorriso
la malinconia che tu flagella.
Neppure l'arcobaleno
che festoso si disegna nel cielo
dopo l'uragano.

Il villaggio
Non anfare lontano
oltre quei monti quelle rapide acque
per conoscere il Mondo
possederne le cime gli orizzonti
crcare la pace.
Basta il tuo villaggio
la tua casa, l'albero insecchito
cresciuto nell'orto coi merli
un portico di cielo
aperto ai doni del mattino
le care voci liete risonanti
nella tua infanzia
il girasole fiorito
e la sera il coro dei grilli
il trillo dell'usignuolo
la quiete del borgo.

Il tuo villaggio è il Mondo
e con le Pleiadi accese è l'Universo.
E non altrove troverai pace.

Ricordando mia madre
Quanta dolcezza negli occhi delle madri
quanti rovi nel tenero cuore delle madri.
Nessuna lacrima versata dal petto materno
si disperde impallidisce si spegne.
Un angelo le raccoglie e ne intreccia diademi.

Ove albergano le cose celesti
Evitare il giorno
ove si accatastano i rumori del mondo
ove scorrono le crudeltà del mondo
e barricarsi dentro la notte
ove albergano le cose celesti
e ai loro canti danzano le ombre,
il Cielo più vicino, il suo amplesso
e il vecchio salice esangue bianco di luna.

Qualcosa porteremo altrove
Non titto deporremo
ai tuoi piedi, o Morte
certo la sofferenza.
Qualche cosa porteremo altrove,
tra le cose che restano
che hanno splendore
e non muoiono.
Vivere morire
e non tornare a nascere
è sufficiente vivere una vita
un attimo di vita terrena.

Una bisaccia e un pane
Ragazzo vissi povero e felice
un pane nella bisaccia e un sogno.
Ma erano chiari e limpidi i fiumi
le nuvole il vento
allegri i ranuncoli nei prati
umile e semplice il vivere e il cuore.
Ora l'aratro traccia veleni nel solco
deserti di rondini i tramonti di maggio
requie non ha lo spirito
e fiumi d'asfalto e fragori d'orizzonti
solcano il giorno e s'annebbia.
E la sera soltanto io, vecchio,
vado a vedere il miracolo delle stelle.

La notte
Ovunque adagia, dolcemente
le sue ombre vaghe e fuggenti
i suoi silenzi
la notte è armonia,
e nella sua quiete
l'inquieta umanità riposa.
Non torni presto l'alba
e il tumulto del giorno,
rimanga la notte ancora un poco
con qualche sua tremula stella.


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