Poesie di Giovanni Armone


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Le stagioni della mia vita.
Per poter gustare
della bella stagione
l’odore … vivo.

Fioriranno dal sole
tante speranze come
l’amore … penso.

Cadranno le foglie
stanche dai mille
colori … sospiro

Verrà l’inverno e
coprirà i miei
dolori … muoio.

Ora che …
Ora che … la tua
voce grida vendetta,
cambia volto.
Ascolta
colui che
ti ama e spera che
il tuo cuore ami,
di nuovo, chi esiste
prima che il pensiero
dell’esistenza stessa
prendesse vita.
Ora la tua
mente
è offuscata
dalla collera;
ma la tua anima
conosce la vera
natura
della morte.
La terra che tutto divora,
tutto trasforma,
e tutto
partorisce
di nuovo e sempre.
Oh, com’è via questa Luce!
Più reale di
ogni cosa
esistente!
Questa Luce la sento,
la vivo.
Quando tornerò lo
saprai!
Lo saprà il tuo cuore.
Ora vivi senza rabbia e
senza rancore.
Vivi tu che sei la Luce
che io ho lasciato al mondo.

Scambi.
Ci scambia la mano
In segno di pace.
Si scambiano
i colpi di
mitra in
medio oriente.
Si scambiano
le visite
i capi di stato.
Si
scambiano
le lacrime
in Cile o in
Polonia,
persino in
Svizzera si
scambiano qualcosa.
Ci si scambia il
calore d’inverno.
Si scambiano
i morti le
super potenze.
Si scambiano
doni a Natale,
i figli del
progresso,
accanto al
camino acceso e
il tacchino fumante.
E i bambini
nei villaggi
del terzo mondo,
giocando nelle
pozzanghere
di fango e
sterco
si scambiano
i virus e la fame.

Barche d’inverno
Barche ormeggiate,
onde spumeggianti,
i pescatori
pensierosi
fissano l’orizzonte.

La tristezza e la nebbia
si possono
toccare.

Le reti stese
al timido sole
sembrano soffrire,
il vento
strappa loro
l’ultima alga asciutta.

Non rimane neanche
il profumo del
mare.

Le barche più grosse
ancorate al centro
del porto sembrano
dondolarsi e scalciare
come puledri selvaggi.

La pioggia ingrossa
Il mare, le ansie
dei pescatori e le
speranze dei contadini.

Nel mare delle menzogne.
Non vi curate
sputate pure
le vostre sentenze
lungo le sponde
del grande fiume.

Non vi preoccupate
svuotate le
sacche
delle vostre dicerie
nelle acque del
piccolo ruscello.

In ogni
caso
confluiranno tutte
nel mare delle
menzogne
negli oceani delle
vostre coscienze

A mia moglie.
Per te raccoglierei
tutte le stelle
dell'universo,
e dopo averle
racchiuse
nella coppa
dell'amore
te le
offrirei,
per poter
brindare insieme,
nell'infinito luccicchìo,
in un
magico ed
eterno momento.

Per amarti.
Per poterti donare
le rose più belle
mi sono fatto
giardiniere.

Per regalarti i colori
del cielo
mi sono fatto pittore.

Per offrirti i gioielli
del mare mi sono fatto
pescatore di perle.

Per darti tutto
il mio amore
mi sono fatto uomo.

Illuminate le atrofizzate menti.
Forse tutti piangeranno
Per i morti
del Vietnam
O del Cile o dell’Afganistan
Per i morti di tutte le
guerre.
Forse tutti proveranno sdegno
vergogna e lutto
e si griderà che
per l’uomo
uccidere è un insulto.

Ora che torna la primavera,
che
accarezza i dolori
torniamo ciechi, sordi e muti
e intanto nelle strade
del mondo
la polvere si fa fango col sangue.

Cielo … cielo infinito
e
voi stelle e tu luna
e ancor di più tu sole
Illuminate le atrofizzate
menti.

Per te.
Ho mandato la luna
a dormire dietro le colline
per gustare di più lo splendore delle stelle.

Ho deviato il percorso
di un fiume, voleva
trascinare i miei sogni
nel mare del nulla.

Ho chiesto al vento
di soffiare
sul mare
per sentirmi spruzzare
le onde spumeggianti.

Ho raccolto il sale
fino a sentirlo
sulla pelle
nelle ossa
nelle vene
il Sale della vita.

Ho coperto questo cielo
maledettamente bello
per non farlo dipingere
a pittori idioti.

Una foglia al vento.
Mi sento come una foglia d'autunno
che volteggia nell'aria per il volere
del vento ... e dopo averla staccata
dal ramo, la spingerà lontano
dalle sue radici ammucchiandola
tra le altra foglie.
Poi verrà la pioggia
e alle fragili rughe
di queste farfalle ...
spezzerà le ali.

Se Riesci.
Se Riesci a sentire
la rugiada che scende
sulle guance dei petali.
Se Riesci a sentirti
libera quando vedi
un uccello volare.
Se Riesci a lasciarti
accarezzare dalla
pioggia di marzo
senza bagnarti.
Se Riesci a sentire
nel pane il profumo
del grano.
Se Riesci a distinguere
sempre la stessa stella
nella notte accesa
da infiniti corpi celesti.
Se Riesci a sentirti
addosso la brezza
dell'onda.
Se Riesci a sentire
le mie carezze
anche se sono
lontano centinaia
di anni luce.
Se Riesci a sentire
la mia voce
anche fra mille anni
ti amo ancor di più
PERCHE'
se riesci in tutto questo
veramente mi ami.

... E così sia.
Pascolare in eterno.

Se riuscite.
Se riuscite a imprigionare
le stelle
Se riuscite a recintare
gli oceani
Se riuscite a far sorgere
il sole di notte
Se riuscite a contare
i granelli di sabbia
dei deserti
Se riuscite a separare
la rugiada dalla tempesta
Solo allora riuscirete
a non farmi cantare più
il mio amore.

Solitudine.
Solitudine, ti penso,
ti cerco, ti voglio.
Ti trovo e ti odio.

Non sprecate la vita d'uomo.
Consolate gli animi.
Ritoccate le carni
dalle ossa ormai stanche.
Rivestite ancora col velo
quegli occhi scavati dal buio.
Guardate quei visi logori e scarni
non sprecate la vita d'un uomo
non lo fate marcire in silenzio.

Nell’orto degli Ulivi.
La luna s’è accesa
nell’azzurro infinito.
I rivoli che scendono
tra le piaghe delle rocce
sembrano d’argento.
Il profumo del mare
è più intenso.
Le dune cercano un’oasi.
Le ombre dei monti
scendono a valle
come giganti e...
lentamente invadono
gli alberi.
I silenzi si fanno più forti.
Le madri baciano le palpebre
dei loro figli, che si sono
chiuse col peso del sonno.
Nell’orto degli ulivi
c’è calma, una strana calma.
I tronchi robusti degli alberi
nodosi e contorti nascondono
ombre di soldati e di briganti.
Cosa vogliono rubare ...
Il cielo stellato?
i silenzi?
la pace?
la vita di un uomo?
Questa notte l’aquila
avrà la sua preda.

Solo il tempo
Il tempo è come la sabbia
del deserto
che corre impetuosa
e copre le dune
e le rughe della terra.

E proprio come la sabbia
riesce a scolpire in eterno
la bellezza della natura,
il tempo traccia nella
mia memoria il tuo
ricordo...
MADRE.

“ La rada delle tortore “
         ..................
M a r z a m e m i
Avete mai visto le vecchie case
di Marzamemi in un giorno di primavera ?
Le crepe, le fessure, i buchi delle mura
sembrano raccontare vecchie storie
o antiche leggende.
Il muschio....
che cresce tra i gradini
della vecchia chiesa, dove gli uomini,
che hanno ceduto il posto alle lucertole,
sedevano raccontandosi piccole storie,
il muschio....sussurra sentimenti.
Dove allora si respirava aria di mattanza
il vento ora porta la salsedine mista
all’odore delle alghe.
Le barche si cullano rannicchiate
nel letto del porto.
Il cielo terso fa di quel paese
un quadro, solo un quadro;
dove non si odono bambini
che ridono, che si rincorrono,
che piangono.
Il silenzio tra la rugiada dei fiori
ti fa quasi paura.
Solo tra le vecchie barche della tonnara
tirate da anni, senti le grida
di un passato troppo recente
per essere lontano.

Il Premio
Ondeggia il mio pensiero
fra l'eterno e il presente.
TU pellegrino errante
tra un insulto e uno sputo,
per il continuo tuo partorire
avesti in premio una
CROCE.

 
Chi 'nni sapiti
Lu celu n’cantatu di milli brillanti,
lu mari, a terra, l’arburi, l’aceddi,
i ciuri e puru i petri
tuttu è dintra la menti
però stu me cori
nun è cuntenti
è scuru, è scuru..
pirchi persi l’amuri
e i sentimenti.
La luna mi turmenta
puru sta notti,
li stiddi mi talienu
senza pietà.
Chi’nni sapiti
chi pruvau stu cori,
chi’nni sapiti
chi pruvau
sta testa m’pazzuta,
ca certi notti
haiu vivutu lacrimi,
Chi’nni sapiti
se taliu n’celu
o se staiu ca testa appuzzuni
chiddu ca pensu...
chi’nni sapiti.
Lu me pinseru nun havi quetu
e nun sapi chiù unni iri,
vi pregu cumpatitimi
pirchi’ sulu cu ha canusciutu
lu veru amuri
mi pò capiri.
Che ne sapete
Il cielo incantato di mille brillanti,
il mare, la terra, gli alberi, gli uccelli,
i fiori e pure le pietre
tutto è dentro la mente
però questo mio cuore
non è contento
è scuro, è scuro…
perché ha perso l’amore
e i sentimenti.
La luna mi tormenta
anche questa notte,
le stelle mi guardano
senza pietà.
Che ne sapete
di cosa provò questo cuore,
che ne sapete
di cosa che provò
questa testa mia impazzita,
quando certe notti
ho bevuto lacrime,
Che ne sapete
Se guardo in cielo
o se sto col capo chinato
quello che penso …..
Che ne sapete.
Il mio pensiero non trova quiete
E sa più dove andare,
vi prego compatitemi
perché solo chi ha conosciuto
 il vero amore
mi può capire.
Trad. Maria Grazia Armone

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