Per mio nonno: affinche' rimanga un suo ricordo
Caro nonno, ti ho pensato mentre in auto ascoltavo la canzone de "Il
Piave".
I ricordi che ho di te sono pochi, ma la maggior parte sono costruiti sui
racconti di una delle tue figlie: mia madre.
Molte volte mi ha parlato di te, di quando era bambina e non capiva, ma
anche di quando, in età più adulta, si domandava delle disavventure che
hai vissute.
Ma andiamo per gradi, nonno, perché anche i lettori devono comprendere
quello che adesso sto per raccontare.
La mamma spesso mi ha raccontato quando da bambina la portavi su a Vereto,
in quella solitaria collina che separa Patù da Morciano di Leuca, dove
avevi una campagna, ora in custodia a mio zio. Al mattino presto da quella
collina si vedono le montagne dell'Albania, e ala mamma mi diceva che tu
spesso esclamavi: "Io li ci sono stato" e ripetevi in continuazione e ad
ogni occasione "sul Montenegro sono stato", e subito dopo cominciavi a
piangere sommessamente.
Tua figlia, nonno, anche adesso mi racconta che lei si chiedeva del perché
tu gli ripetessi queste espressioni. Allora non gli interessava, e neppure
se lo chiedeva, del perché tu ripetessi spesso quelle frasi, proprio non
gliene importava, ma con il passare del tempo aveva cominciato a capire e
le era venuto un gran desiderio di visitare quel Montenegro, dove tu eri
stato da militare, dove cantavate la canzone de "Il Piave", dove, nonno,
hai sostenuto sulle spalle un tuo amico ferito per tanti chilometri. E mi
raccontava anche della emozione che hai provato quando, rotto dalla
fatica, gli hai chiesto di scendere dalle tue spalle perché eri stanco e
ti sei accorto che era già morto.
La mamma mi ha raccontato anche degli espedienti a cui ricorrevate per far
filtrare anche le notizie più brutte dal fronte. La censura, infatti,
visionava tutte le lettere in partenza e se vi erano delle informazioni
negative circa le condizioni e gli umori dei soldati le tagliava perché si
voleva evitare che la popolazione civile venisse condizionata da certe
notizie e si lasciasse prendere dal pessimismo e dalla sfiducia verso il
governo. Fra l'altro i soldati che si permettevano di fare descrizioni
negative sulle loro condizioni venivano anche severamente puniti e
tacciati di disfattismo e rischiavano grosso per il codice militare di
guerra era molto severo e prevedeva pene pesanti.
Così quando tu rispondevi a richieste del tipo:"Come state al fronte?" tu
scrivevi che stavate come si stava a casa alla vigilia dell'Immacolata
Concezione. Gli addetti alla censura non tagliavano la notizia perché non
ci trovavano nulla di negativo in quella espressione. Ma a casa ne
comprendevano il senso perché la vigilia dell'Immacolata, per la devozione
popolare, è un giorno di digiuno.
E poi ricevere le lettere dei congiunti era una cosa gradita perché
essendo in quei tempi era vietato fumare e tutti i soldati utilizzavano le
lettere ricevute per arrotolarle e fumarle come fossero delle sigarette.
Nella mia ingenuità mi chiedevo come avreste potuto nascondere il puzzo
del fumo che restava sugli indumenti. Ma io non capivo neppure la vita in
trincea e vi pensavo che dormivate in una comoda stanza su dei letti
normali mentre voi spesso eravate costretti a dormire per terra ed in
promiscuità e di cattivi odori ne avevate già tanti addosso per la
scarsità di risorse igieniche di cui disponevate.
E ricordo anche quella storia, più volte ascoltata, quando in una notte
lontana, stanchi ed assetati, vi siete imbattuti in una pozzanghera
d'acqua. Contenti avete cominciato a bere e poi vi siete addormentati ai
bordi questo pantano. Ma alle prime luci del mattino vi siete accorti che
quella pozzanghera brulicava di vermi e ci avete anche riso sopra, tanti
erano i disagi sofferti ed a cui vi eravate ormai abituati.
Dio ha riservato a te una vita ingrata: a soli 5 anni si è ripresa la tua
mamma, lasciandoti orfano e con un padre che non sapeva gestire i propri
figli ed ha permesso che te e tua sorella crescete come bestie allo stato
brado.
Poi, non ti ha risparmiato gli orrori della guerra, della seconda guerra
mondiale. Hai sofferto la fame e la sete, hai rischiato di morire, ti ha
privato del piacere del fumo e della gioia di avere una donna. Ma questo
era ancora poco e non hai potuto evitare le sofferenze delle ferite subite
che ti hanno causato, per mancanza di cure, a perdere l'udito da un
orecchio. Ma il destino non era ancora sazio delle tue sofferenze e, in
età più matura, ti ha anche regalato le sofferenze del morbo di Packiston,
che ti ha costretto per quattro lunghi anni a letto. E sono questi ricordi
che mi restano di te. La lunga degenza in un letto e l'assistenza
continua, anche nel corso della notte, di mia madre per pulirti e
cambiarti gli indumenti che sporcavi.
Questi sono i ricordi che conservo della tua presenza e mi chiedo, nonno,
di quanto la vita sia stata poco generosa ed ingiusta con te.
Alle volte considerando alcuni fatti negativi che mi capitano mi domando
se tale negatività sia un fatto genetico della nostra famiglia.
Comunque siano andate le cose, c'é da sottolineare che, però, hai lasciato
di te un bel ricordo ed anche se non hai mai fatto una carezza ai tuoi
figli, il tuo amore è stato trasmesso attraverso la loro testimonianza al
punto che ancora oggi, a distanza di 11 anni della tua scomparsa,
continuiamo a ricordarti ed a parlare di te con commozione e con gli occhi
appannati per le lacrime.
Ho voluto descrivere questa breve testimonianza, per cercare di capire e
far comprendere del perché la mala sorte ci insegue, ma anche per
ammettere che per certi versi noi abbiamo avuto maggior fortuna di te,
vivendo in una società forse più idilliaca, ma falsa.
Ma questa, nonno, è la storia della tua vita che hai trasmesso a mia madre
e che lei ha tramandato a me e, da quanto ho potuto capire, non è una vita
piena di rose e fiori, ma una vita con molte sofferenze e tante spine.
Cos'è la vita?
.... Ho già parlato del valore immenso della vita e qui definirò un mio
pensiero su di essa:
la vita è come un ruscello che inizia dal mare e torna al mare, è come una
scala a piramide che prima sali e poi scendi, e arrivi da dove sei
partito, è come una ruota che gira, gira, e arrivi sempre al punto di
partenza, con questo voglio dire che la vita è solo una fonte di acqua che
ora c’è e domani potrebbe non esserci più, è qualcosa che torna da dove
siamo arrivati, ma allora perché molta gente crede di essere eterna? Solo
il nostro creatore è eterno.
La vita è qualcosa che ci è stata donata, qualcosa che e indimenticabile,
ma perché toglierla? Perché la gente uccide, viene uccisa e si suicida?
Stanca della vita? Non credo ci si possa stancare mai di vivere, abbiamo
solo una possibilità di stare su questa terra, perché non viverla a fondo?
Perché toglierci questo privilegio? Io penso che la gente che si uccide è
che ha perso la speranza, ha perso l’unico motivo per cui vivere, ma
l’unico motivo per vivere è continuare a sognare sperando, sognando ci si
può dimenticare tutto e a volte vivendo nel sogno non riusciamo più a
comprendere la vera realtà ma così possiamo vivere a fondo la nostra vita.
(...)
Ora ho quasi 17 anni manca solo un mese per compierli, ma mi sembra che
diventare grandi significa responsabilità, guadagnare per mangiare, essere
felici e trovare un amore adatto, però diventare grandi significa anche
vedere che la vita non è affatto facile, e per chi come me è troppo leale,
fiducioso e perdona chi ti fa del male, si troverà molto pentito di quello
che fa, perché spesso, ci fregano due volte perché siamo increduli e
crediamo che gli uomini sono tutti come noi, invece c’è gente, che non è
affatto come noi, e dobbiamo prenderci cura prima di noi stessi e imparare
da chi c’è già passato, la vita di un’adolescente, sembra la vita più
bella, e invece secondo me è il periodo più brutto perché si passa
dall’infanzia ad essere un uomo o una donna a seconda dei casi, spesso mi
sono fidata di persone che oltre non meritavano la mia fiducia ma non
meritavano neanche di essere perdonate. Io posso essere una ragazza troppo
sensibile, ma credo che tutti hanno un cuore e tutti hanno qualcosa che
amano di più nella loro vita.
La mia vita è formata da tanti passi, ma ora nell’adolescenza mi accorgo
che ogni giorno è un passo in avanti, ma a volte compio passi sbagliati,
allora torno indietro e riprovo e sbaglio ancora una volta, finché non
riesco a fare un passo giusto in questa vita, ma così facendo il tempo
passa, l’estate finisce, e io della mia adolescenza ho compiuto molti
passi tra i quali quelli sbagliati, ma non mi arrendo, continuo la mia
vita con la forza che ho iniziato questo lungo viaggi verso quella che si
dice la felicità eterna.
Oggi è l’8 luglio 2004, è tanto che non scrivo, fra esattamente un mese
compirò 19 anni, bhe avrei tante cose da dire, ma visto che avevo iniziato
a scrivere qualcosa sulla vita, continuerò questo discorso: la vita, un
mistero, si certo è quello che dicono tutti; il mistero della vita e della
morte, sempre compresenti, come nella poesia del Pascoli, ma cos’ è
veramente, vorrei accennare cosa dice Pirandello; lui dice che nella vita
assumiamo forme diverse a seconda delle persone, le forme ci trattengono
come una gabbia e se ci si accorge di questo si rischia di diventare
pazzi, è vero sarà pure pessimista quest’ autore ma io gli do ragione, i
sentimenti che proviamo nella vita terrena ci fanno volare, ci fanno
conoscere la felicità, ma la vita non è fatta solo di sentimenti positivi
i quali possono essere amore e amicizia, ma è fatta anche da quelli
negativi che spesso schiacciano gli altri e fanno si che noi rientriamo in
delle forme odiose che non sono i veri Io. Il nostro vero modo di essere è
legato ad ogni forma vivente, ai sentimenti, all’essere uomo ma facente
parte di un quadro chiamato natura, così com’è il tempo che trascorre che
batte dentro di noi, e spesso ci sentiamo ciò che non siamo e che non
vogliamo essere, cos’è la Vita? Rifaccio la domanda gli si abbinano a
tante figure tra i quali, una strada tortuosa, una piramide, una scala,
una montagna, uno spazio infinito, un cunicolo, un tunnel e tanti altri a
cui si cerca di dare significato e valore, ma sono tutte cose che possono
confondere ciò che è la vita, la vita è una cosa che ci viene data e tolta
a piacimento di chi è sopra di noi, o è solo un brutto scherzo del
destino, tutto questo è inutile, perché le parole non possono descrivere
ciò che il sentimento dà, come ci fa sentire tutto è così bello ma
indescrivibile per quanto noi poeti vorremmo far capire ma chi può
descrivere con semplici parole la nascita di un figlio o il dolore della
morte di esso? Come si può dire Dio esiste, quando ti viene tolta ciò che
hai cercato di dare alla vita, una parte di te muore ti si sente soffocare
e vorresti morire con lui; ecco che la vita allora non assume sempre un
aspetto positivo, anzi a volte essa diventa un flagello, una croce e si
aspetta con ansia l’arrivo della morte, che in questi casi viene vista
come una liberazione della pesantezza del dolore che durante la vita si
viene ad accrescere, sono poche le persone che muoiono felici, forse
perché nella loro vita hanno trovato la felicità. (....)
Come dico sempre la vita la vita può essere difficile nemmeno finisce un
capitolo che se ne apre un altro, è fatta di brutti momenti e di bei
momenti che a volte sono così rari che ci sembra passato un secolo
dall’ultima volta che hai riso. Ci sono molte cose che non mi spiego a
volte arrivo alla conclusione che Dio sia morto di crepacuore per tutte le
cose non solo brutte ma specialmente cattive, che secondo me Dio non può
esistere siamo arrivati a dover sentire che una mamma uccide o abbandona
nella spazzatura in una busta di plastica il proprio figlio, al nonno che
tenta di violentare la nipote, cose veramente assurde ma non è finita,
sono costretta a dire che non esiste nessun valore, non esiste più
qualsiasi tipo di vergogna, solo e solamente violenza.
I giorni passano e non ci si accorge i miei 20 anni stanno andando via,
diventeranno presto un ricordo spero che sia bello questo ricordo, tante
sono le cose in me cambiate e ante altre dovranno essere ma per fortuna la
mia passione non si è spenta anzi si accende sempre più un fuoco in me, la
poesia mia risorsa, mio svago, chissà se mai riuscirò a pubblicare questa
mia vita, la mia, che cresce che va verso l’essere donna, si un giorno
sarò donna. Oggi è il 6 marzo 2006, mai avrei pensato di raggiungere i
vent’ anni, davvero cambiano le cose, come ci si trasforma, come si è
sempre più indaffarati tanto da dover sopprimere i propri hobby, ah a
volte penso se tornassi indietro forse alcune scelte non le farei, ma non
sono così scontenta di averle fatte, e non mi mangio le mani, la mia
esperienza è sana e non malata, la mia coscienza è questa, e se della mia
vita voi che leggete non ve ne frega a niente a me non importa, molti mi
hanno giudicato, molti mi hanno invidiato e molti lo fanno tutt’ ora, io
ho scelto di fare questa vita, e credo che come io rispetto le scelte
degli altri anche gli altri devono accettare le mie scelte. Che c’è di
male ad amare e a capire quando qualcuno ha bisogno di me, io partecipo
alla vita familiare e non lascio a miei genitori il peso dei miei problemi
anzi se posso mi faccio carico dei loro. Sono fatta così ho 20 anni e non
conosco com’è fatta una disco, non so com’è stare in comitiva o andare ad
una festa dove non si conosce nessuno, non bevo, non fumo, e ho fede in
Dio, che c’è di male, se non faccio tardi la sera, o se avviso quando
torno tardi, o se avviso se torno o non torno per pranzo, questa sono io,
un libro aperto come sempre, ma non permetto di leggermi a che vuole solo
ferirmi.
E come sempre per non dimenticare le conclusioni, ecco, qui ho raccolto
ciò che pensavo e forse penso della vita, ma vi voglio dire una cosa
questo diario è strettamente personale, non avrei avuto il coraggio di
diffonderlo, ora però sono consapevole che voglio farmi leggere, voglio
crescere anche in questo senso.
Grazie a tutti della pazienza. |